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16 Mar 2017

Pedaggio autostradale, Germania bocciata

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Discriminatoria verso gli automobilisti non tedeschi.

 

“Discriminatoria verso gli automobilisti non tedeschi”. Così è stata bollata dal Parlamento europeo la decisione tedesca di applicare un pedaggio sulla sua rete autostradale, bocciata con 510 voti favorevoli, 126 contrari e 55 astensioni. La “vignette” incriminata - in italiano bollino o contrassegno di pedaggio – denominata “PKW-Maut” aveva già suscitato diverse polemiche negli anni scorsi, sin dal momento della sua presentazione, sollevando le proteste di molti parlamentari, anche tedeschi. In apparenza, infatti, il pedaggio riguarda tutti gli automobilisti. In realtà, però, i cittadini tedeschi con auto immatricolata in Germania beneficiano di uno sconto sulla tassa di circolazione, continuando di fatto a viaggiare gratis sulle loro autostrade e, in alcuni casi, risparmiando rispetto al passato. Ecco il perché dell'accusa di "discriminazione".


La vicenda risale al 2014, quando il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, propose questo pedaggio autostradale per le auto a targa straniera come forma di contributo per le spese di manutenzione, sostenute dalle tasche dei cittadini tedeschi. Già a settembre 2016, la Commissione europea aveva rinviato la Germania davanti alla Corte di giustizia dell’UE proprio perché questa misura appariva “discriminatoria e contraria alle leggi dell’Unione”.



Nonostante i dubbi di legittimità sollevati dagli eurodeputati, la Germania è andata avanti per la sua strada e il Consiglio dei ministri di Berlino ha approvato la misura a gennaio di quest'anno, ignorando di fatto le proteste degli Stati membri. Il bollino – o vignette -, ha un costo annuo che varia dai 67 ai 130 euro a seconda della cilindrata e delle emissioni di CO2 del mezzo, è disponibile anche con tagli da 10 giorni che vanno da 2,50 a 25 euro sempre secondo lo stesso criterio, ed è – sulla carta - obbligatorio per tutte le auto circolanti sulla rete autostradale tedesca a partire dal 2019. Detraibile dalla tassa di circolazione per le vetture immatricolate in Germania. Immediata la reazione dei Paesi dell'UE, capitanati dalla confinante Austria, che hanno sollevato nuovamente la questione "discriminazione" contraria ai principi di libera circolazione su cui si fonda l'Unione.



Il dispositivo approvato, si legge nella risoluzione odierna, "non impone un pagamento supplementare all'automobilista tedesco e mantiene quindi la discriminazione indiretta fondata sulla nazionalità". Per questo, il Parlamento europeo ha dato lo stop, e gli eurodeputati chiedono ora alla Commissione Ue di chiarire anche secondo quali elementi il sistema modificato dalla Germania abbia permesso la sospensione della procedura di infrazione aperta contro Berlino. Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: LA REPUBBLICA

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