News

17 Mar 2017

Nessun ponte sembra più sicuro per i trasporti eccezionali

TRASPORTI_ECCEZIONALI_PONTE_SICURO

 

Gli enti non rilasciano i permessi ai tir e a Lecco i bisonti invadono le strade.

 

«Siamo alla canna del gas, da una parte le committenze che premono perché i tempi degli ordini vengano rispettati, dall’altra gli enti proprietari di strade che non rilasciano più alcun tipo di autorizzazione. Sono passati poco più di quattro mesi dal crollo del cavalcavia di Annone e sembra sia cambiato il mondo. Nessun ponte è più sicuro, noi siamo chiamati a fare le verifiche relative alla sicurezza dei tratti che dobbiamo percorrere e ormai non lavoriamo più». Ferdinando Battazza, consigliere nazionale Fai, Federazione nazionale autotrasportatori, non nasconde la preoccupazione per una situazione diventata, a suo dire, insostenibile. Erano le 17.22 dello scorso 28 ottobre quando il manufatto a scavalco della SS36 si è sbriciolato sotto il peso di un tir da 107 tonnellate, sull’arteria più trafficata del Nord Italia, travolgendo e uccidendo un automobilista. Domani i camionisti scenderanno in strada e paralizzeranno il traffico a Lecco, ma tra i motivi della protesta proclamata a livello nazionale da Unatras, raggruppamento delle principali associazioni del mondo del trasporto, c’è soprattutto il mancato rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali da parte degli enti competenti. «Dovuto unicamente alla necessità di togliersi responsabilità e non certo per garantire la sicurezza nella transitabilità di strade, ponti e viadotti» — sottolinea con forza Andrea Colombo, presidente di Confartigianato trasporti Lecco. La mobilitazione di domani prevede la partenza intorno alle nove dall’area del Bione. Oltre cento bisonti attraverseranno la città per raggiungere la sede dell’amministrazione provinciale, a due passi dalla stazione ferroviaria, poi marceranno verso gli uffici della Motorizzazione di Como, dove a breve anche i camionisti di questa sponda lariana dovranno rivolgersi per tutte le pratiche, visto che la sede lecchese è destinata a chiudere. L’esasperazione è alle stelle, le domande restano senza risposta. «Quindi nessun ponte è più sicuro? Rischiamo la vita ogni volta che transitiamo? — chiede Colombo — Alcune amministrazioni sono arrivate addirittura a domandarci di inviare tecnici a nostre spese che verifichino la sicurezza dei viadotti da attraversare, prima di poter rilasciare le autorizzazioni per il transito dei trasporti eccezionali sopra le 44 tonnellate. Assurdo».

In realtà sul fronte della normativa nulla è cambiato. La legge regionale 6/2012 all’articolo 42 prevede che la Provincia dove ha sede l’azienda che richiede il permesso al transito rilasci il nulla osta dopo aver consultato anche gli altri enti interessati dal tragitto. Ma in caso di mancata risposta, dopo dieci giorni scatta il silenzio assenso. Prassi comune fino allo scorso 28 ottobre. «Io non nego che forse in passato possa esserci stata un po’ di superficialità, ma adesso la risposta è sempre no — conclude Colombo — I trasporti eccezionali sono fermi, le ditte non consegnano, e c’è chi si prende la responsabilità di muovere la merce anche senza permessi. Un paradosso, ma accade». «La Federazione sta valutando l’ipotesi di dare mandato a un legale perché valuti se ci siano i presupposti per un’azione contro gli enti che non rilasciano le autorizzazioni — aggiunge Giorgio Colato, presidente Fai Lecco e Como —. Sicurezza e legalità prima di tutto, ma adesso si esagera. Altrimenti significa che abbiamo sempre viaggiato rischiando la vita, noi, ma anche tutti gli automobilisti». Intanto dopo il crollo del ponte di Annone, l’amministrazione di Civate ha chiuso alle auto, a causa di una preoccupante crepa che attraversa il manufatto, il cavalcavia che collega due zone del paese e difficilmente sarà riaperto a breve. Si fa anzi avanti l’ipotesi che debba essere abbattuto e ricostruito. Il ponte di Brivio è stato vietato ai trasporti eccezionali oltre le 56 tonnellate, quello di Bevera di Sirtori ha una limitazione di 33 tonnellate, ed è dunque percorribile solo dalle motrici, ma non da autoarticolati o autotreni, e il cavalcavia di Bosisio Parini può sopportare solo il peso delle auto. Limitazioni scattate dopo il 28 ottobre 2016. «Praticamente noi non ci muoviamo più. L’altro giorno un comune mi ha chiesto di inviare un tecnico per verificare la tenuta di un tombino sul quale sarei dovuto passare con il mio camion», scuote la testa sconsolato Battazza.

 

 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA

Verizon Connect
Toyota MH
Grimaldi Group
Transpotec Logitech
Soset
SP TRANS
Aziende Green su Transportonline