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11 Gen 2018

Confetra spinge le aggregazioni nei porti

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Nereo Marcucci, presidente della confederazione del trasporto.

 

Il presidente della confederazione del trasporto, Nereo Marcucci, commenta la nascita di Confmare e traccia un primo bilancio sull'anno appena terminato. Che appare positivo in tutti i comparti.


Il 2017 rappresenta il primo vero esercizio di ripresa per la logistica italiana dal 2008, anno dello scoppio della crisi economica e finanziaria che ha rallentato produzione industriale, consumi e anche trasporti. Ne è convinto Nereo Marcucci, presidente di Confetra, la Confederazione italiana dei trasporti e della logistica, che traccia un bilancio, sottolineando che "solo le rinfuse liquide hanno avuto qualche riduzione. Per quanto riguarda tutte le altre tipologie di traffico e di vettori, le cose sono andate bene e ci sono stati aumenti consistenti. Tra i porti, Genova ha fatto segnare un nuovo record storico di container movimentati con 1,6 milioni di teu, nel trasporto tutto strada i numeri sono positivi, le imprese ferroviarie private hanno fatto la loro parte, l'export è aumentato con una crescita percentuale probabilmente in doppia cifra e nel trasporto aereo l'Italia per la prima volta dovrebbe aver superato il tetto del milione di tonnellate movimentate".

 


Marcucci attribuisce il merito di questo miglioramento alla ripresa economica, ma riconosce anche l'importanza del lavoro svolto dal ministero dei Trasporti nel corso della legislatura che ormai volge al termine. Il presidente di Confetra ammette però che in alcuni porti italiani le cose non stiano andando particolarmente bene: "Qualcuno si era preparato e quindi aveva investito per migliorarsi e per cogliere la ripresa ed è andato meglio. Qualcun altro invece è stato ulteriormente marginalizzato rispetto al passato. Mi riferisco a casi sparsi in giro per l'Italia a macchia di leopardo nei singoli porti. Due casi su tutti: il terminal di Lucarelli a Livorno piuttosto che il Cagliari International Container Terminal, da dove arrivano segnali preoccupanti in questi giorni".

 


Marcucci ritiene che almeno uno scalo di transhipment in Italia debba essere mantenuto e invita i privati a fare la loro parte dopo che il pubblico ha fatto tutto quanto nella sue possibilità: "Ha messo a carico della fiscalità generale un quantitativo di persone piuttosto consistente". Oltre a ciò, Marcucci auspica un maggiore consolidamento fra le aziende che operano nei porti italiani perché "piccolo è bello non funziona più" nel mercato attuale dello shipping internazionale e per questo sostiene che le nuove Autorità di Sistema Portuale "dovrebbero, alla scadenza naturale delle concessioni (in molti porti previste nel 2020, ndr), fare un'opera di sensibilizzazione o comunque utilizzare gli strumenti a loro disposizione per aggregare (i terminalisti, ndr)".
Se ciò dovesse avvenire, si prospetta un ulteriore significativo cambio degli interessi e degli equilibri storici in banchina ma su questo aspetto Marcucci è netto: "La concentrazione dei vettori comporterà anche quella dei servizi marittimi su pochi porti. Io non so per quanto tempo ancora vedremo le navi svolgere diverse toccate verso alcuni scali minori, quindi sarà bene che ognuno cominci a ripensare la propria tipologia di traffico e cominci a darsi da fare per capire se può fare nuovi mestieri".


Infine il numero uno di Confetra ha dedicato una riflessione alla neonata Confmare, che si propone di essere anche una "centrale di dialogo" verso le altre confederazioni per "realizzare nuovi e più adeguati strumenti" di peso politico verso i decisori. Marcucci, pur apprezzando l'invito al dialogo, afferma che non si può "coinvolgere solo o prevalentemente la componente marittima del sistema logistico. Per il futuro delle aziende associate è molto più proficuo che si realizzi tutto il programma Connettere l'Italia". Confetra sottolinea di dialogare da sempre con Confindustria privilegiando il rapporto tra prodotto e logistica. Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: TE - TRASPORTO EUROPA

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