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18 Mag 2018

''Il punto'' di Paolo Uggè

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A cura del Presidente Conftrasporto Paolo Uggè.

 

Prima o poi ci sarà un Esecutivo che dovrà occuparsi dei problemi del Paese, che non sono pochi. Speriamo presto. In questi giorni di dibattito politico alcuni leaders  stanno cercando di cimentarsi sui temi di macro economia allo scopo di indicare le soluzioni per consentire al Paese di avviare concretamente la ripresa della quale, così confermano i dati, si sente l’urgente bisogno. Pensioni, immigrazione, flat tax, reddito di cittadinanza, grandi opere,  riforme costituzionali, etc . Mi pare di non poter cogliere grandi riferimenti né al tema della mobilità urbana  né alla logistica, come sistema  che, insieme alle infrastrutture,  sono elementi imprescindibili per la crescita dell’economia, (anzi a voler prendere in considerazione quanto si legge sui quotidiani sembra che per talune opere  la formula trovata lascerebbe aperta qualsiasi soluzione).


Non sarà perfetto, correttivi importanti debbono essere apportati,  ma il contenuto del documento di politica dei trasporti “Connettere l’Italia”, predisposto dalla segreteria tecnica del ministro Delrio, avrebbe dovuto essere il punto dal quale partire. Purtroppo l’antico vizio di ricominciare da capo ogni volta solo per dimostrare che chi governava prima aveva sbagliato tutto, è sempre presente. Così si perde solo  tempo. 


Così come il turismo, se vi fossero collegamenti adeguati sarebbe più attraente; il sistema produttivo per essere competitivo deve poter contare su una logistica efficiente. Senza porre la dovuta attenzione a tali temi il Paese non crescerà e perderà sia il ruolo di piattaforma logistica che l’ attrattività turistica, unica al mondo.


Tornando ai temi del trasporto e logistica rimaniamo perplessi, a dir poco, di fronte ai tentennamenti ed ai cambi di direzione che sembrano registrarsi sulla necessità di dotare di infrastrutture il Paese. Sentire dichiarazioni  sulla inutilità  della realizzazione del terzo valico a Genova che si collega con il corridoio trasversale europeo est-ovest, oppure sul Ponte sullo Stretto, è disarmante e preoccupante. In questi giorni le immagini del presidente Putin che, alla guida di un mezzo pesante, inaugura il ponte di Kerch che collega Russia alla Crimea lungo 19 kilometri, attestano la strategicità dei collegamenti. Nel contempo, in Italia, alcuni parlamentari, componenti della costituenda commissione trasporti della Camera, si dichiarano contrari alle grandi opere. Che pensare del nostro futuro? È forse bene ricordare ai troppi opinionisti di mestiere, pressapochisti e tuttologhi che il terzo valico ed il Ponte sullo Stretto  sono frutto di scelte che i commissari Van Miert e Loyola de Palacyo effettuarono allo scopo di dotare di corridoi europei, considerati indispensabili per rendere competitiva, l’economia europea che deve competere con altre economie del mondo. Personaggi come Pietro Lunardi ma anche lo stesso Romano Prodi  furono  convinti sostenitori di quelle opere, parte di un sistema europeo, (per questo erano previsti finanziamenti comunitari). Oggi dover sentire dichiarazioni superficiali da sconosciuti nuovi legislatori che ne annunciano la cancellazione lascia trasecolati. 


Continuiamo a leggere, anche, ipotesi di interventi sui trasferimenti delle risorse che i governi, fino ad oggi, hanno dato all’autotrasporto. Anche qui l’improvvisazione sembra regnare sovrana. L’”ideona” sarebbe di intervenire tagliando o togliendo, la compensazione dell’accisa del gasolio. Si evitino, anche in questo caso errori frutto della non perfetta conoscenza
Chi sostiene tale ipotesi forse non si rende conto che produrrebbe come effetto una perdita nelle entrate fiscali dello Stato. Sottovalutare che tale compensazione comporti la conseguenza che, anziché rifornirsi all’estero (cosa possibile a chi opera nei trasporti internazionali  o risiede nelle zone vicine al confine) “il pieno” venga effettuato in Italia, è autolesionismo. Se solo il 20% di chi opera nei traffici internazionali e nazionali tornasse a rifornirsi all’estero, e la stima è molto bassa, le entrate dello Stato si ridurrebbero di 900 milioni in quanto verrebbe meno tutta la parte fiscale (accisa e Iva). 


Il taglio del quale si sente parlare produrrebbe un incremento delle entrate dello Stato di soli  290 milioni. Siamo di fronte quindi  ad una ipotesi insensata che ha il solo effetto di  allarmare un settore strategico come l’autotrasporto.


Non considerare interventi per ridare funzionalità agli uffici delle Motorizzazioni; non rimuovere le cause che oggi penalizzano i trasporti eccezionali che consentono agli uffici preposti abusi e richieste censurabili che impongono ai trasportatori obblighi assurdi, tanto da indurre l’associazione nazionale dei noleggiatori di autogru ad avviare, tramite legale, un’azione nei confronti dell’amministrazione provinciale di Potenza; non attribuire la dovuta importanza all’azione tendente a reintrodurre un contingentamento a chi transita per il Tirolo e l’Austria, significa favorire l’insorgere di conseguenze che penalizzeranno l’intero sistema Italia.


 I grandi annunci senza che siano accompagnati da una visione su aspetti concreti ( mi soffermo solo su quelli che riguardano i  trasporti) non faranno ripartire il Paese. È risolvendo tanti piccoli problemi che si determinano i grandi cambiamenti tangibili.


Sentire parlare di disoccupazione giovanile quando nel solo mondo delle imprese di autotrasporto, già oggi, mancano autisti (tra dieci anni il deficit sarà di centomila autisti) e non trovare soluzioni che diano lavoro ai giovani e possibilità per imprenditori di continuare ad intraprendere è inconcepibile. Non vorremmo che vi sia il recondito pensiero che mancando i conducenti  il trasporto delle merci si sposterà su ferrovia o sul mare. Sarebbe demenziale. Le imprese produttrici si sposteranno in altri Paesi ed i nostri giovani, magari con laurea, continueranno ad essere disoccupati.


Non sarebbe il caso allora che la nostra classe politica provi ad attivarsi per trovare soluzioni possibili su problematiche facilmente risolvibili, utili al Paese. le realtà associative competenti ne serie sono pronte a dare collaborazione. I cittadini, gli imprenditori e i giovani attendono delle risposte, non illudiamoli. 
 

 

 

Fonte: CONFTRASPORTO

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