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09 Mar 2022

La vera occasione del PNRR non sono i soldi ma le riforme e vanno fatte

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Così Betty Schiavoni nel suo intervento di oggi alla Shipping Forwarding & Logistics meet Industry.

 

“L’Italia non ha mai avuto problemi di soldi. Ha sempre avuto problemi a spendere ed a spendere bene. Per questo diciamo fin dal 2020 che la vera occasione del PNRR sono le riforme e non i soldi.

Assistiamo con preoccupazione alle liti tra partiti sulla riforma del catasto in un momento che richiederebbe un grande senso di responsabilità con un impegno deciso e unitario di tutte le forze politiche.”

 

Il Presidente Schiavoni è quindi passato ad elencare alcune delle riforme di cui si sente poco parlare ma che Alsea ritiene essenziali, oltre a quelle note su fisco e giustizia:

 

Cultura e formazione: l’Italia investe per queste materie circa il 3,9% del PIL. Una percentuale molto al di sotto della media UE che è pari al 4,7%. Anche nella ricerca e sviluppo siamo tra i Paesi che investono meno. Questa situazione è inaccettabile poiché la storia economica mostra che vi è una stretta correlazione tra investimenti in cultura e formazione e crescita di un Paese. Occorre portare i livelli di investimento in questo ambito almeno alla media europea, promuovendo parallelamente un costante dialogo tra mondo della scuola e quello delle imprese ed un sistema premiante per scuole e università.

 

Modifica del titolo V della Costituzione. Occorre superare le materie concorrenti tra Stato e Regioni.

 

Modificare la legge sugli appalti per sbloccare e rendere certi gli appalti pubblici, ovviamente in sicurezza. Perché il DL semplificazioni, sull’argomento, non è sufficiente. Obiettivi funzionari pubblici: Occorre ridefinire gli obiettivi dei funzionari pubblici in una ottica non repressiva ma in termini di sviluppo del sistema Italia. Gli obiettivi di Dogane e Agenzia delle Entrate sono stabiliti in base alle sanzioni erogate a contribuenti e imprese. Questo modello invoglia a generare controlli ed a trovare errori mentre occorre un modello che, sebbene debba garantire la corretta applicazione delle leggi e reprimere comportamenti non virtuosi, sia rivolto allo sviluppo e alla crescita delle attività economiche e del commercio internazionale, favorendo quindi l’attività d’impresa.

 

Ritardi nei pagamenti: la crisi odierna ha evidenziato una volta di più come il sistema dei pagamenti in Italia porti a scaricare sul soggetto più debole dei ritardi nei pagamenti non più accettabile. Occorre stabilire definitivamente che le fatture devono essere pagate entro 30 giorni a pena di una ammenda immediata che dovrebbe essere ripartita al 50% tra il fornitore e lo Stato. Quest’ultima parte potrebbe andare a costituire un fondo per il finanziamento delle imprese in difficoltà economica. Naturalmente questa norma dovrebbe applicarsi anche alla PA ed alle società partecipate. La regola dei 30 giorni dovrebbe valere anche per i rimborsi IVA. Oggi una azienda a credito di IVA, se non ha la possibilità nei mesi successivi di compensare il credito, sa che per anni non riceverà dallo Stato i suoi denari. È inaccettabile.

 

In merito alla sburocratizzazione segnalo solo due aspetti per il nostro settore. SUDOCO: è stato sbloccato ma non è ancora funzionante. Quando lo avremo? Riscontro guardi di finanza: nelle operazioni internazionali abbiamo, unico Paese in Europa, un doppio controllo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e della Guardia di Finanza: quando intendiamo metterci alla pari con gli altri Paesi della UE ed eliminare il riscontro della Guardia di Finanza?

 

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