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20/10/2017

Respinto il 70 per cento delle domande per l'Ape sociale

ROMA - L'Inps ha respinto quasi il 70% delle domande di Ape sociale ricevute entro il 15 luglio, il meccanismo a carico dello Stato per andare in pensione fino a tre anni e sette mesi prima, dunque al compimento dei 63 anni. Si conferma così quanto fatto trapelare nei giorni scorsi dai sindacati che avevano avvertito di un potenziale rigetto di oltre i due terzi delle richieste e denunciato i criteri estremamenti rigidi applicati dall'Inps nel verificare il possesso dei requisiti di legge. Oggi è arrivata la certificazione dell'Istituto di previdenza guidato da Tito Boeri. 



I dati ufficiali. Le domande rifiutate sono nel complesso 44.306 su un totale di 66 mila: 25.895 per l'Ape sociale (65%) e 18.411 da lavoratori precoci (70%). Il ministero del Lavoro precisa però che questi numeri si riferiscono "all'esame effettuato dall'Inps prima delle nuove indicazioni", fornite il 13 ottobre scorso dallo stesso ministero. Questo significa che l'Inps sarà richiamato a un riesame delle domande sin qui respinte. E il ministero ne "valuterà i risultati, verificandone la coerenza" con le nuove disposizioni. Che però, secondo quanto riferito dal direttore generale dell'Inps in audizione alla Camera Gabriella Di Michele, consentiranno di accogliere solo un numero "esiguo" di domande prima rigettate. 



Le nuove regole. Un nuovo indirizzo interpretativo, fornito dal ministero del Lavoro, riguarda i lavoratori disoccupati. I sindacati denunciano numerosi casi di lavoratori rimasti senza lavoro e ai quali è stata rifiutata l'Ape sociale, perché al termine del periodo di Naspi (il sussidio di disoccupazione), avevano accettato lavoretti di brevissimo periodo, talvolta poche ore retribuite con voucher, perdendo così - secondo l'Inps - lo status di disoccupati. Il ministero ora precisa che il periodo di inoccupazione può essere interrotto dopo la fine della Naspi purché non siano superati i sei mesi di lavoro.

 

Questo significa che circa 2.100 domande, respinte per questo motivo, saranno accolte. Come pure 200 casi in cui i lavoratori sono stati occupati tramite voucher. Ma altre 4 mila no, perché il periodo di occupazione ha superato i sei mesi.



Seconda finestra per le domande. Esiste la possibilità, per chi non l'ha ancora fatto e possiede i requisiti, di fare ancora domanda per l'Ape sociale entro il 30 novembre. Si tratta della seconda finestra di opportunità (la prima è scaduta a luglio). Se la domanda sarà accolta, l'anticipo pensionistico avrà decorrenza retroattiva dal primo maggio 2017. 



La reazione dei sindacati. "I dati riferiti dall'Inps sono di una gravità estrema", dice il segretario confederale Cgil Roberto Ghiselli. "L'Inps e il governo devono immediatamente porre rimedio ad una situazione incredibile nella quale lo spirito e la lettera vengono ignorati, impedendo così a decine di migliaia di persone di accedere alle prestazioni a cui hanno diritto".  Per Domenico Proietti, segretario confederale Uil, "è impossibile che il 65% delle domande dell'Ape sociale e il 70% delle domande di pensione per i lavoratori precoci, respinte dall'Inps, siano prive dei requisiti sostanziali". Sul banco degli imputati finiscono le "insopportabili rigidità, restrizioni e complicazioni procedurali" che "stanno mettendo a repentaglio un diritto faticosamente conquistato con l'ultima legge di bilancio".

 

 

Fonte: LA REPUBBLICA