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08 Apr 2013

L'autostrada del fiume

 

 

Tutti i progetti e gli investimenti effettuati per il rilancio della navigazione fluviale: dalla regimazione delle acque del Po all'adeguamento del canale Fissero-Tartaro-Canalbianco, fino alla nuova idrovia che dovrà riportare le chiatte a Milano.
In Italia lo sviluppo infrastrutturale passa anche da una modalità di trasporto finora poco sfruttata: la navigazione fluviale sul Po.
I numeri
La rete di navigazione interna italiana utilizzabile per fini commerciali è lunga 568 km e comprende il Po da Cremona a Porto Tolle (275 km), il tratto esistente del canale Po-Cremona-Milano fino a Pizzighettone (14 km), il Mincio da Mantova al Po (20 km), il canale Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante(117 km), il canale Po-Brondolo-Laguna Veneta (19 km), il Po di Levante (19 km), la Laguna Veneta da Chioggia a Venezia (30 km), l'Idrovia Ferrarese Pontelagoscuro-Porto Garibaldi (70 km) e il canale Aussa-Corno (4 km).
A riferire i dati è Guido Piccoli, Direttore Generale di ALOT (Agenzia Lombardia Orientale Trasporti e Logistica), Ente pubblico creato dalle Province di Cremona, Mantova, Brescia e Bergamo con il compito di promuovere nuove iniziative in materia di trasporto delle persone e delle merci.
“Nel 2012 - spiega Piccoli - il traffico si è attestato sulle 400.000 t, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Nel 2007, ad esempio, viaggiavano 774.000 t”. ALOT, guidata da Piccoli, ha fotografato la situazione attuale tramite un progetto finanziato da fondi europei denominato LOG-PAC. Secondo lo studio, su un totale di 400.091 t movimentate nel 2011, il 40%(160.000 t) era costituito da inerti; il 29% da sfarinati per uso alimentare (cereali, farine, ecc.) il 12,5% da metanolo; l'11,5% da coil e container; il 2,5%da benzine, il 2,8%da trasporti eccezionali e l'1,8% da rottami. A queste cifre, inoltre, si deve aggiungere il milione di tonnellate inerti che attraccano sui moli industriali privati.
Secondo Piccoli “movimentare le merci via fiume conviene: le chiatte fluviali, infatti, viaggiano a tariffe del 30-40% inferiori rispetto ai camion. Servono, però, dei grossi volumi, con contratti da almeno 100.000 t l'anno. Una soglia non facile da raggiungere in un periodo di crisi come questo, e che spiega l'attuale diminuzione dei traffici”.
Gli obiettivi
Le potenzialità per lo sviluppo della navigazione fluviale, però, sono ancora notevoli. Secondo ALOT, con interventi di adeguamento di lieve entità si potrebbe arrivare a 2,2 milioni di t annue, o addirittura a 6,4 milioni con investimenti più consistenti. Oggi, sul Po e sui canali limitrofi, possono viaggiare chiatte di classe V, le quali possono raggiungere lunghezza pari a 110 m e larghezza di 12,5 m con una capacità di carico che varia dalle 1.500 alle 3.000 t. Leggi tutta la notizia

Fonte:STRADE & AUTOSTRADE ON LINE

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