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06 Nov 2013
«Container assolutamente no. Per Trieste il Molo Settimo, oltretutto con la previsione di un prossimo ampliamento, sarà per i prossimi anni più che sufficiente. La nostra idea è quella di un terminal multipurpose». Il progetto di Enrico Samer è molto diverso da quello di Francesco Parisi, che si è invece espresso soprattutto a favore di un secondo terminal container pur se affiancato da altre modalità di traffico, e dunque il duello tutto triestino per la gestione della futura Piattaforma logistica del porto dove una soluzione escluderà l’altra è fin da ora avvincente. La cordata di Samer è guidata da Mantovani spa, l’impresa di costruzioni che tra l’altro sta completando la costruzione del nuovo terminal ro-ro di Fusina a Venezia (dove il presidente Paolo Costa vorrebbe portarsi i traghetti turchi, ndr.) e vi fa parte anche Venice green terminal, società che gestisce la piastra logistica di Marghera dedicata ai prodotti ortofrutticoli. La commissione che verrà prossimamente insediata dalla presidente dell’Authority Marina Monassi dovrà valutare le due offerte tecnico-finanziarie e scegliere quella vincitrice prima della fine dell’anno.
«Abbiamo voluto puntare sulla Piattaforma logistica per una molteplice serie di motivi - spiega Samer - Perché è una struttura per la cui realizzazione non è necessario attendere l’approvazione definitiva del nuovo Piano regolatore; perché si trova al di qua del terminal petrolifero e perciò non sarà legata a particolare limitazioni riguardo al traffico marittimo; perché ha fondali naturali di 13 metri che non creano problemi di attracco; perché fa parte del comprensorio di Punto franco; perché si aggancerà allo Scalo Legnami e considerando poi anche il secondo lotto che creerà un continuum con la banchina della Ferriera andrà a costituire un megaterminal altamente strategico nell’ambito dello scalo triestino». Leggi tutta la notizia
Fonte: IL PICCOLO GEOLOCAL