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28 Nov 2013

Alptransit: ecco la risposta italiana

 

Comunicato stampa

 

Il completamento del corridoio multimodale Italia-Svizzera con le opere necessarie a dare piena operatività al tunnel di base del Gottardo, la cui apertura è prevista nel 2016, può diventare un volano di sviluppo economico, ma anche di salvaguardia ambientale, per tutta l’area trasfrontaliera. E di tutte le infrastrutture previste, l’adeguamento alle nuove necessità della linea Bellinzona-Luino-Gallarate è la chiave di volta.

Sono dati significativi quelli emersi questa mattina (giovedì 28 novembre, ndr) durante il convegno “La risposta italiana ad Alptransit” promosso dalla Camera di Commercio di Varese e dalla Camera di Commercio Svizzera per l’Italia e che ha visto l’illustrazione di uno studio condotto dall’Università Bocconi sul possibile impatto per l’intero Nord Italia di quello che è il principale asse di collegamento tra l’area lombarda e i mercati dell’Europa settentrionale. «Oggi è come se si stesse completando un'autostrada dalla quale, per arrivarci o per uscirci, bisognerà percorrere una mulattiera» ha esordito il presidente della Camera di Commercio di Varese, Renato Scapolan: «Il rischio con cui ci stiamo confrontando, ma che non vogliamo correre (ecco perché siamo qua oggi!), è proprio questo: nel 2016, pronto il nuovo Tunnel del Gottardo, la Svizzera ci consegnerà un’opera che permetterà di velocizzare i tempi di trasporto delle merci con quelli che sono i principali partner di un’economia varesina che esporta 10 miliardi di euro all’anno. Chiediamo allora presenza e lungimiranza al decisore politico».

Importanza delle nuove infrastrutture italiane di integrazione ad Alptransit sulla quale ha insistito anche il presidente della Camera di Commercio Svizzera in Italia, Giorgio Berner: «Il trasporto merci ha da sempre un ruolo essenziale nello sviluppo economico. Da qui lo sforzo di far comprendere al meglio come queste opere possano offrire un’opportunità epocale per tutti». Una richiesta alla quale ha subito risposto l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Maurizio Del Tenno: «Troppo spesso ci siamo ritrovati a dover rincorrere la Svizzera. Dobbiamo aprire una nuova stagione recuperando tutti insieme capacità ed efficienza. Dobbiamo allora essere pronti con le opere essenziali a Sud del Gottardo: parlo del secondo passante di Milano, del quadruplicamento del collegamento da Chiasso e, in particolare, dell’adeguamento della Luino-Gallarate». Proprio quest’ultima è la linea che offre maggiori potenzialità di sviluppo: dopo l’apertura del tunnel di base del Gottardo, il transito via Luino presenterà una pendenza fino al 12 per mille e sarà pertanto l’unica vera ferrovia di pianura sul corridoio Genova-Rotterdam, dove basterà una sola macchina per trainare un treno di 2.000 tonnellate. Sulla linea di Chiasso, invece, permarranno delle pendenze dal 17 al 21 per mille nella zona di Chiasso e Mendrisio. «Non bastano il Gottardo e l’Alptransit svizzera per offrire alla catena della logistica l’opportunità di cogliere tutti i benefici possibili. Bisogna completare a Sud, e quindi in Italia, il corridoio “quattro metri” che consentirà il passaggio dei treni fino a 750 metri» ha evidenziato il professor Lanfranco Senn, presentando i risultati della ricerca Bocconi: «Nel caso del corridoio “quattro metri” all’asse di Luino si possono attribuire benefici in termini di minori costi del trasporto ferroviario per circa 1 miliardo e 800 milioni di euro, a cui vanno aggiunti altri benefici indotti per almeno un centinaio di milioni – ha continuato il professor Senn –. Non basta, perché le stime sul passaggio delle merci dalla strada alla ferrovia indicano risparmi sociali e ambientali molto importanti: i minori costi da incidenti e congestione del traffico assommano a 600 milioni di euro, quelli per l’inquinamento dell’aria e le emissioni di CO2 di circa 300 milioni di euro». E sul piano occupazionale? «Anche qui i benefici dal completamento delle opere sono interessanti per la collettività: il settore logistico, che negli ultimi quattro anni ha perso circa 1.200 addetti a Varese e Novara, potrebbe aggiungere fino a 4.000 addetti nel territorio circostante per l’aumento di traffico intermodale previsto nel 2020». E questo grazie anche al cofinanziamento elvetico delle opere in Italia per circa 200 milioni di euro, come ha ricordato durante il dibattito di questa mattina il console generale della Svizzera a Milano Massimo Baggi.

L’incontro di oggi sarà seguito già lunedì prossimo, 2 dicembre, da un altro convegno a Luino quando si aprirà un momento di discussione e approfondimento sulle opportunità di sviluppo economico e turistico di un’importante area del territorio varesino quale l’Alto Verbano.

 

Fonte: CAMERA DI COMMERCIO DI VARESE

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