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29 Gen 2014
Sul caso del Canale di Panama per gli extra costi da 1,6 miliardi di dollari per l’ampliamento dell’opera intervengono i capi dei governi di Italia e Spagna, i due Paesi più `esposti´ con le loro imprese: Sacyr, capofila del consorzio che ha vinto la commessa da oltre 3 miliardi, e Salini Impregilo, che partecipa al gruppo di aziende con il 38% delle quote. «È assolutamente fondamentale che si riesca a risolvere la controversia», dice il premier Enrico Letta, al termine del vertice Italia-Spagna di Roma dove ha fatto il punto sulla questione col primo ministro iberico Mariano Rajoy. Un’intesa con l’Autorità del canale, committente dell’opera che risponde al governo panamense, «è interesse primario per l’Italia e la Spagna: abbiamo voluto dare - aggiunge Letta - un messaggio forte che penso arriverà a Panama: è molto importante una soluzione rapida, giusta ed equa. Noi questo ci aspettiamo» e i ministri dei due Paesi europei opereranno congiuntamente, conclude il presidente del Consiglio. Fa un passo in avanti Rajoy: «Siamo certi che, dopo la sentenza arbitrale, i lavori saranno terminati nei tempi previsti»,afferma. «Stiamo seguendo da vicino la negoziazione. La nostra speranza è che si arrivi ad una rapida soluzione» prosegue rilevando che «non rispettare le scadenze fissate sarebbe davvero non auspicabile”. Finora dal punto di vista diplomatico in prima linea si è mosso il ministro delle infrastrutture spagnolo Ana Pastor, che all’inizio della controversia è andata a Panama per discutere della questione con le massime autorità del Paese centroamericano, mentre dall’Italia la vicenda è seguita dai ministri Bonino e Lupi. Nei giorni scorsi è intervenuto il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, che ha convocato un vertice a Bruxelles, con la Bei pronta a intervenire per un prestito ponte. Anche il presidente panamense Martinelli, pur tenendo il punto che comunque i lavori del Canale verranno conclusi, ha detto di sperare in un’intesa, indicando mercoledì come giorno nel quale le trattative - per le quali è stata trovata una `road map´ tra le parti - possano arrivare a una qualche concretezza. Sulla vicenda aleggia sempre il rischio di arbitrato internazionale ma che i lavori verranno conclusi dall’attuale consorzio lo danno per scontato gli analisti finanziari che seguono il settore, nonostante il gigante statunitense Bechtel, che nel 2009 perse inaspettatamente la gara stia provando a rientrare nell’affare.
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH