Cerca Aziende di:
17 Feb 2014
Continuano a crescere le aspettative del trasporto marittimonei confronti di quella che potrebbe essere una delle nuove frontiere della navigazione e cioè la rotta artica. Complice infatti il rapido scioglimento dei ghiacci, il passaggio a Nord Ovest, che collega Europa ed Asia al largo delle coste siberiane, sta diventando sempre più una nuova via di collegamento tra i due continenti. Già adesso diverse navi, nei periodi più caldi dell’anno, riescono a compiere in maniera del tutto agevole questa rotta, cosa impossibile fino a qualche anno fa. Al momento gli studiosi ipotizzano scenari differenti ma diversi esperti sostengono che il ghiaccio artico potrebbe scomparire completamente entro il 2050 incrementando notevolmente il traffico marittimo nell’intera area.
La rotta del Mare del Nord infatti, lungo la costa della Russia, può ridurre la distanza di navigazione tra i porti asiatici e quelli del Nord Europa addirittura del 40 per cento. In questo momento non ci sono però convenzioni internazionali che disciplinano le operazioni di trasporto artiche . Attualmente solo 71 navi hanno attraversato la rotta del Mare del Nord lo scorso anno, segno che questa via alternativa ai collegamenti più utilizzati è ancora in fase di sviluppo ma soprattutto non risulta, al momento, percorribile per l’intera parte dell’anno. Le attuali regole per chi naviga nell’Artico non affrontano il problema di scarico delle acque di zavorra e continuano a consentire alle imbarcazioni di utilizzare olio combustibile pesante. Qualcosa, a tutela dell’ambiente, si sta muovendo ma è ancora troppo poco rispetto a quello che presto dovrà essere fatto.
Accanto ai problemi che si stanno presentando dal punto di vista ambientale, ci sono poi quelli relativi alla supremazia territoriale nell’Artico. Russia, Cina e Norvegia sono infatti solo alcuni dei Paesi interessati a rivendicare la loro territorialità sull’intera area, anche per via delle enormi risorse naturali presenti nel sottosuolo. Il 2 agosto 2007, due sommergibili russi, sono scesi sul fondale dell’Artico e hanno posizionato una bandiera in segno di conquista. Pechino, da quando è stata ammessa al Consiglio Artico, ha investito molto nella ricerca polare insieme a Russia , Svezia, Finlandia e Islanda. La Cina è già operativa in Groenlandia , mentre la China National Petroleum Corporation ha siglato accordi con la russa Rosneft per esplorare giacimenti di petrolio e gas proprio nell’Artico. Anche l’India, nel 2007, ha affrontato la sua prima spedizione artica ed ha posizionato una propria stazione di ricerca scientifica a Ny- Alesund. L’India sta anche progettando di acquisire una rompighiaccio proprio per intraprendere spedizioni scientifiche e commerciali.
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH