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21 Mag 2014
Il trasporto di merci via mare può essere un ottimo veicolo di crescita economica e posti di lavoro, ma il sistema deve sapere affrontare il cambiamento tecnologico, che crea catene logistiche integrate dalla fabbrica al cliente finale, e formare figure professionali nuove che si riescano a integrare lungo tutta la catena logistica di trasporto, e non più solo alla sola nave. E' questo il punto principale emerso dal workshop "Un mare di opportunità", organizzato da Confcommercio e Fedarlinea oggi a Roma.
Il convegno, che ha preso le mosse da una ricerca realizzata da Isfort, ha sottolineato come già nel 2015 a livello mondiale ci sarà una carenza di 15 mila ufficiali e 23 mila marinai, pari a un gap tra domanda e offerta del 3,5%, che salirà al 7% nel 2020. "La crescita della domanda globale di trasporto - ha spiegato Andrea Appetecchia che ha curato lo studio - porterà a un eccesso di domanda di personale qualificato che le attuali strutture formative non sono in grado di soddisfare. Per evitare questo bisognerebbe costruire percorsi professionali integrati tra terra e mare, consentendo al personale imbarcato di poter distribuire la propria carriera lavorativa lungo tutta la catena logistica". Appetecchia ha poi analizzato la situazione italiana: "Il cluster marittimo italiano, cha rappresenta il 3% del pil, più degli altri è chiamato ad affrontare urgentemente la sfida dello sviluppo sostenibile dell'industria del mare per il ruolo che il Mediterraneo rappresenta nello scenario mondiale dei traffici marittimi". Leggi tutta la notizia
Fonte: ANSA