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04 Giu 2014

Protesta per gli eccessivi carichi di lavoro a cui è sottoposto il personale dei servizi del porto di Palermo

 

Napoli (Fit Cisl Sicilia): «oggi sugli addetti pesa il triplo dei carichi rispetto agli altri porti italiani»

 

Il personale della C.L.P. G. Tutrone e della Port Italia, società cooperative che gestiscono i servizi nel porto di Palermo, protestano per gli eccessivi carichi di lavoro. Venerdì il segretario di Fit Cisl Portuali, Nino Napoli, ha iniziato uno sciopero della fame per evidenziare che i circa 250 lavoratori delle due aziende devono far fronte a stipendi ridotti e a carichi di lavoro raddoppiati mentre perdura l'incertezza sul futuro occupazionale, con l'ansia di ricevere ogni giorno le lettere di licenziamento.
I lavoratori di C.L.P e Port Italia - ha spiegato Napoli - «vivono, ormai, per la grande maggioranza, di cassa integrazione, con un disagio economico e sociale davvero insopportabile». Le due società sono state poste sotto amministrazione giudiziaria: «l'amministrazione giudiziaria - ha precisato il rappresentante sindacale - aveva deciso l'aumento dei carichi di lavoro per sostenere le motivazioni di uno sconto delle tariffe per le società armatoriali. Di fatto - ha denunciato Napoli - oggi sugli addetti pesa il triplo dei carichi rispetto agli altri porti italiani. Da qui anche il malcontento di alcuni armatori sul livello di qualità insufficiente del servizio per via del basso numero di addetti e la conseguente scelta di svolgere per conto proprio, in autoproduzione, i servizi portuali. Tutto ciò mette seriamente a rischio il futuro di 250 famiglie».
«Gli stessi armatori - ha proseguito Napoli - hanno in più occasioni manifestato le proprie perplessità circa l'atteggiamento di un amministrazione giudiziaria assente totalmente inadatta alla gestione di un'azienda portuale che vive ed opera 24 ore su 24». «Nel momento in cui le amministrazioni giudiziarie si sostituiscono alle ordinarie - ha aggiunto il segretario regionale di Fit Cisl Ambiente, Dionisio Giordano - si auspicherebbe che il percorso di legalità agevoli quello dello sviluppo, invece di introdurre elementi contrari. Ebbene in questo caso ha determinato l'aumento dei carichi di lavoro fuori dalla normativa, retribuzioni pesantemente ridotte e nessuna prospettiva per il futuro. La ricetta dell'amministrazione giudiziaria per la gestione delle aziende portuali non sta producendo contemporaneamente il binomio auspicato di legalità e sviluppo della impresa. Anche sul tema della legalità - ha concluso Giordano - vorremmo sapere che esito hanno avuto i provvedimenti assunti sui 25 lavoratori sospesi, a che punto sono i controlli e le verifiche, che sono senz'altro necessarie per ripristinare la serenità di tutti e il senso di giustizia».

 

Fonte: INFORMARE

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