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09 Giu 2014
Primo Piano - L’intervista con... SERGIO DONDOLINI, DIRETTORE DELLA DIREZIONE GENERALE PER LA SICUREZZA STRADALE DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Ingegner Dondolini, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Dpcm di riforma del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la sua Direzione acquisisce “il coordinamento nazionale e l’attuazione della disciplina in materia di infomobilità e di Intelligent Transport System (ITS)”. Ci può dire come intende attuale la delega? Quali saranno i primi passi?
La Direzione intende muoversi per dare attuazione al Piano di Azione Nazionale sui Sistemi Intelligenti di Trasporto (ITS) adottato con Decreto ministeriale n. 44 del 12 febbraio 2014. Le prime iniziative che porremo in essere sono quelle che incidono sui settori più “maturi” dove siamo, sin da subito, in condizione di agire con efficacia. Faccio riferimento, ad esempio, al migliore utilizzo delle tecnologie, già oggi esistenti, a bordo dei veicoli, all’accesso gratuito per i cittadini alle informazioni di mobilità e alla sempre più incisiva, profonda ed efficace azione di monitoraggio del traffico. E’ ormai pronta per l’avvio in esercizio la piattaforma telematica IPIT (Indice pubblico delle infrastrutture e del traffico) istituita con il Decreto interministeriale del febbraio 2013 che recepisce nel dettaglio la direttiva comunitaria ITS. Ciascun operatore del mercato sarà presto chiamato a mettere a disposizione sul web – secondo formati definiti e normalizzati in piena logica “open” – le informazioni che possiede. Diventa quindi semplice aggregare e diffondere informazioni complete ed integrate. Un moltiplicatore di efficacia, insomma, a costi pressoché nulli. Per quanto attiene ai settori oggi meno “sviluppati”, una delle priorità sarà quella di acquisire tutti gli elementi necessari per monitorare le azioni in corso e specificare le attività necessarie per rendere operativo – anche in detti settori – il Piano e aggiornare le “date obiettivo” delle azioni che, in fase di stesura originaria, non furono indicate con precisione.
La sua Direzione ha recentemente redatto il nuovo Piano nazionale per la sicurezza stradale Orizzonte 2020. Quali sono le priorità? E qual è l’iter che il documento dovrà seguire per essere definitivamente approvato?
Il nuovo PNSS Orizzonte 2020, ponendosi in continuità con il Piano del precedente decennio, adotta l’obiettivo generale definito dalla Comunità Europea di riduzione dell’incidentalità (riduzione del 50% del numero di decessi sulle strade entro il 2020, rispetto al totale dei decessi registrato nel 2010) e identifica inoltre delle priorità di intervento attraverso la definizione di obiettivi specifici espressi come riduzione del numero di morti per le categorie di utenza che evidenziano maggiori livelli di rischio: pedoni (-60%), ciclisti (-60%), utenti delle 2 ruote a motore (-50%) e utenti coinvolti in incidenti in itinere (-50%). Inoltre, per tutelare una categoria particolarmente vulnerabile, dall’elevata valenza sociale, il PNSS Orizzonte 2020 stabilisce come principio guida nell’azione di miglioramento della sicurezza che “Sulla strada: nessun bambino deve morire”. In tal modo si è adottato, per la prima volta, un obiettivo in una logica di “vision zero”. Allo stato attuale è stata elaborata dal Ministero una prima versione del PNSS Orizzonte 2020. Al fine di coinvolgere i cittadini, le parti sociali, le imprese, gli Enti pubblici o privati, è stata effettuata una fase di consultazione pubblica conclusasi il 31 marzo 2014. Gli esiti della Consultazione sono in procinto di pubblicazione in un documento di sintesi delle osservazioni ricevute. Per quanto attiene la procedura da adottarsi per giungere all’approvazione del PNSS Orizzonte 2020, i riferimenti normativi principali sono costituiti dall’articolo 32 della Legge 144 del 17 maggio 1999 e dal Codice della Strada (art. 1 c.3 del Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285). A tal riguardo occorre evidenziare che, prima della trasmissione al CIPE per la sua approvazione, il documento è stato trasmesso ai Ministeri interessati: Interno, Istruzione, Università e Ricerca e Salute per l’acquisizione del previsto parere.
Il Piano individua anche l’uso delle tecnologie come uno strumento idoneo ad aumentare la sicurezza sulle strade. In particolare si sofferma sulla possibilità di favorire la maggiore diffusione di strumentazioni per lo scambio di informazioni tra veicolo e infrastruttura e sui servizi di emergenza, l’eCall soprattutto. Quali saranno le prime applicazioni?
Il Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale accoglie le indicazioni europee sulla promozione degli ITS (Intelligent Transport System) e si coordina con quanto previsto dal Decreto attuativo – “Diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) in Italia” e dal Piano di Azione Nazionale sui Sistemi Intelligenti di Trasporto (ITS). In tal senso il Piano promuove la diffusione di “Black Box” ai fini dell’estensione dei servizi ITS, la diffusione di sistemi cooperativi, che agevolano lo scambio di informazioni fra veicoli e fra veicolo e infrastruttura, e di sistemi avanzati di enforcement. Laddove opportuno, il Piano promuoverà la conduzione di sperimentazioni (Field Operational Test, FOT) per valutare i potenziali effetti su scala reale di tali sistemi. Sul fronte eCall, come noto, l’Italia ha partecipato al progetto europeo HeERO (Harmonised eCall European Pilot) la cui prima fase si è conclusa nel 2013. Il progetto, coordinato per l’Italia dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si è proposto di testare e validare gli standard per la tecnologia eCall definiti a livello europeo. Il test site italiano è stato condotto a Varese dove è stato attivato il NUE (Numero Unico di Emergenza). L’esperienza ha consentito di valutare attentamente gli ostacoli e gli aspetti da affrontare per implementare il sistema su scala regionale e successivamente su scala nazionale. Entro la fine dell’anno il NUE (Numero Unico di Emergenza) sarà attivo in tutta la Regione Lombardia. Stiamo comunque seguendo e dando il nostro contributo alla evoluzione della normativa in sede comunitaria e, in sede nazionale, siamo attivi inoltre nella necessaria definizione del quadro complessivo di competenze e responsabilità nella delicata materia dell’eCall.
Infine, un passaggio sulla questione delle risorse economiche. Il nuovo Piano nazionale della sicurezza stradale potrà contare su finanziamenti? In che misura?
Purtroppo la complessità della attuale fase del ciclo economico è tale da rendere difficile ed incerta ogni previsione. Nonostante ciò, abbiamo assunto come base di lavoro l’ipotesi che l’entità delle risorse che si potranno impiegare per sostenere le misure previste dal PNSS Orizzonte 2020 siano pari a quelle rese disponibili nel passato decennio. Se è chiaro come la concreta conferma di tale ipotesi possa condizionare in modo importante il livello di raggiungimento degli obiettivi previsti è da evidenziare come, proprio la consapevolezza di disporre di risorse limitate, renda indispensabile l’ottimizzazione dei processi di spesa sia in termini di tempi di realizzazione degli interventi sia in termini di efficienza ed efficacia della spesa. Un primo esempio in tal senso è stato dato con l’art. 20 della L. 98/2013 con cui è stato convertito in legge il DL 69/2013, nel quale, fra l’altro, è stata prevista la revoca dei finanziamenti degli interventi del primo e del secondo programma di attuazione del PNSS non ancora avviati e la possibilità di impiego dei fondi non utilizzati così recuperati in nuovi interventi di miglioramento della sicurezza.
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Fonte: TTS ITALIA