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10 Lug 2014

Gli autotrasportatori valtellinesi non sono evasori fiscali

 

Severa interrogazione con richiesta di chiarimenti del senatore Jonny Crosio ai ministri Lupi e Padoan

 

Provvedere a una definizione univoca di "serbatoio normale", sospendere contestazioni e istanze di pagamento, promuovere un tavolo di concertazione per giungere a una soluzione condivisa con le parti interessate: queste le domande precise poste dal senatore valtellinese Jonny Crosio ai ministri per le Infrastrutture e i trasporti, Maurizio Lupi, e per l’Economia e le finanze, Pier Carlo Padoan, in un’interrogazione presentata ieri. «È inconcepibile – afferma il senatore Crosio – che lavoratori onesti vengano trattati da evasori: una beffa per chi ha sempre ottemperato ai propri obblighi. Gente che sgobba da mattina a sera per rimanere su un mercato divenuto sempre più difficile, che non fa l’avvocato di professione, ma si limita a comportarsi correttamente. Il governo deve porre rimedio a questa situazione: la battaglia degli autotrasportatori valtellinesi diventerà la battaglia della Lega Nord, il segretario Matteo Salvini ha assicurato che non retrocederemo di un centimetro fino a quando le ragioni di onesti lavoratori non verranno riconosciute».

La questione riguarda le sanzioni, pesantissime, nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro in alcuni casi, inflitte agli autotrasportatori valtellinesi, obbligati a pagare le imposte sul carburante acquistato a Livigno negli anni scorsi, e già regolarmente dichiarato, sulla base della discrepanza della definizione di ‘serbatoio normale’. Per la legge s’intende quello installato sugli automezzi dall’azienda produttrice in origine, gli autotrasportatori l’hanno sostituito con un altro, più capiente ma pure regolarmente omologato e registrato sul libretto di circolazione. Entro i limiti consentiti dalla normativa, infatti, è possibile installare serbatoi di capacità differente, in grado di meglio soddisfare le esigenze dei camionisti. Così hanno fatto anche i valtellinesi che, però, a distanza di anni, dopo essersi recati a Livigno per riempire i serbatoi dei loro automezzi dichiarando in dogana l’esatto quantitativo di gasolio acquistato e usufruendo dell’esenzione dal pagamento dei diritti di confine, si sono visti recapitare sanzioni retroattive fino a sei milioni di euro complessivamente. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: VALTELLINA NEWS

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