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24 Lug 2014
Il Tar del Lazio, con una ordinanza del 26 giugno scorso di cui siamo venuti solo ora a conoscenza, ha respinto il ricorso proposto da Assotrasporti contro il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per l’annullamento della procedura di ricostituzione della composizione del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli autotrasportatori di cose per conto di terzi.
Vi chiederete.. di grazia e perché mai questa bocciatura, ancorché sonora, dovrebbe far notizia?
Il motivo, anzi i motivi, sono presto detti.
Il prima ragione è legata a ricordi piuttosto recenti di vicende che hanno visto coinvolti da un lato centinaia e centinaia di imprese e, dall’altro, un Consorzio —il CAF di Cuneo— che avrebbe dovuto tutelarne gli interessi e, invece, le ha messe in mezzo ad una strada non rimborsando gli sconti dei pedaggi autostradali già maturati ed escutendo addirittura le fidejussioni che le aziende di autotrasporto avevano prodotto a garanzia.
Della serie: autotrasportatori becchi e bastonati!
Una vicenda, questa, che ha travolto figure di primo piano del mondo sindacale dell’autotrasporto italiano che giustamente, in molti casi, si sono fatte da parte, non fosse altro che per la vergogna di aver predicato bene e razzolato molto, ma molto male.
Qualcuno di questi, uno in particolare, nonostante una vigorosa contestazione —costatagli anche un soggiorno all’ospedale— da parte di alcuni autotrasportatori esasperati e molto incavolati per il trattamento ricevuto, ha invece avuto l’ardire di ripresentarsi come rappresentante della categoria e pretendendo, senza averne i titoli previsti dalla legge, addirittura di essere rappresentato nel Comitato centrale dell’Albo.
In questa operazione, è bene dirlo visto che è cronaca recente, ha trovato sponda anche in alcuni ambienti ministeriali e politici evidentemente male informati sulla caratura di chi incontravano.
L’altro motivo, che ci riguarda un po’ più da vicino, è che questo signore e la sua cosiddetta organizzazione si sono fregiati della sigla FIAP (M) senza averne alcun titolo; cosa, peraltro, che anche altri hanno impunemente fatto nel corso degli ultimi anni, nonostante le continue diffide che la FIAP (l’unica vera e, incontestabilmente, legittimata a chiamarsi tale) ha inviato tramite i suoi legali a costoro.
Ma poiché, come è giusto che sia, alla fine il bene trionfa sempre, ora a certificare il nulla che sta dietro alla pretesa di Assotrasporti di chiamarsi Fiap ci ha pensato il Tar del Lazio.
Un bel segnale di stop ai furbetti, troppi a nostro parere, che circolano nell’ambiente, ma anche una importante opportunità per noi di poter chiedere finalmente conto, anche patrimonialmente, dei danni che questi ci hanno arrecato e continuano ad arrecarci.
A Noi che, lo ribadiamo, siamo gli unici legittimati a fregiarci dell’acronimo FIAP, peraltro marchio regolarmente registrato.
Un acronimo che sta ad indicare una storia onorata, lineare e trasparente iniziata nel 1949 (non dal 1982 come infondatamente sostenuto da alcuni) e che nulla ha da spartire con personaggi di dubbia reputazione e moralità.
La Fiap siamo noi! E Voi ………siete un’altra cosa e non vi sarà in alcun modo permesso di rubare una onorata e riconosciuta reputazione, per tentare di rifarvi, a nostre spese, quella verginità nei confronti della categoria, che da tempo avete irrimediabilmente perso!
Fonte: FIAP SERVICE