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24 Lug 2014

Duro colpo alla logistica della cocaina a Gioia Tauro

 

Sgominata banda che importava cocaina dall'America Latina

 

L'operazione Puerto Liberado della Guardia di Finanza ha sgominato una banda che importava cocaina dall'America Latina tramite le banchine del porto calabrese. Arrestati anche alcuni dipendenti del porto. In tre anni scoperte quattro tonnellate di droga.

Negli ultimi tre anni, i Finanzieri hanno sequestrato ben quattro tonnellate di cocaina – per un valore complessivo di 800 milioni di euro - sbarcate sulle banchine di Gioia Tauro da portacontainer provenienti dall'America Latina. Grazie a queste operazioni le Fiamme Gialle hanno sgominato una banda che svolgeva la logistica della cocaina e riusciva a far uscire dal porto la droga eludendo i controlli doganali, grazie alla complicità di un gruppo di dipendenti dello scalo.
Le indagini sono partite nel marzo del 2011, quando i Finanzieri scoprirono una spedizione di cocaina nascosta in un container. Dipanando il filo dell'inchiesta, è emersa un'organizzazione criminale operante nella Piana di Gioia Tauro che utilizzava alcuni dipendenti della società di gestione della banchina merci per contrabbandare la droga. Un primo riscontro, spiega la Guardia di Finanza, è avvenuto nell'ottobre del 2011, quando all'ingresso del porto fu arrestato Vincenzo Trimarchi, soprannominato il Merlo, che era un quadro della società di gestione: su furgone che stava guidando c'erano sedici borsoni con 560 chilogrammi di coca pura.
Successivi approfondimenti hanno indicato Giuseppe Brandimarte come capo dell'organizzazione. A sua volta, egli era un ex dipendente della società di gestione del porto e quindi conosceva bene l'organizzazione delle attività e aveva trovato complici all'intero del recinto portuale. In seguito, Brandimarte venne ferito nell'ambito di una faida con il clan Priolo e poi arrestato. La sua attività sarebbe stata portata avanti dal fratello Alfonso, pure lui ex dipendente del porto.
Il lavoro dei Finanzieri è proseguito nel 2012, quando vennero sequestrate due spedizioni di 622 e 100 chili. In queste occasioni, gli inquirenti hanno verificato la capacità della banda di cambiare rapidamente i metodi operativi e di raggiungere un'elevata efficienza operativa, che gli ha consentito di diventare una vera e propria società di servizi logistici al servizio della 'ndrangheta per l'importazione di cocaina.
Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato che il compenso per l'attività logistica fosse una parte del carico importato variabile tra il dieci e il trenta percento. Inoltre, in alcuni casi l'organizzazione ha investito direttamente nel traffico internazionale di cocaina, inviando propri membri a trattare direttamente con i clan sud-americani.
I numerosi sequestri hanno pure mostrato come le tecniche per spedire la droga nei container diventassero sempre più raffinate. Per esempio, le informazioni necessarie per individuare il container con la cocaina erano comunicate ai portuali tramite un preciso codice alfanumerico. Quando la banda cambiava modalità e rotte dei contenitori, effettuava dei test con quantità di droga relativamente piccole (tra dieci e trenta chili) per verificare l'efficacia del sistema. Se questa spedizione passava i controlli, seguiva un invio più rilevante.
Al termine dell'indagine, la Guardia di Finanza ha arrestato tredici persone per traffico internazionale di stupefacenti. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: TE - TRASPORTO EUROPA

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