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21 Ott 2014
Palla in tribuna e catenaccio da una parte, due punte dall’altra. Le due squadre che si fronteggiano a Trieste per la presidenza dell’Autorità portuale giocano in modo opposto, ma alla fine il risultato è un pareggio caotico che rischia di fare di Trieste un caso nazionale in coincidenza con l’arrivo, forse, della riforma della 84/94, la legge sui porti.
Partiamo da chi ieri attaccava: nel giorno per la scelta della terna di nomi entro cui presidente della Regione (Serracchiani) e ministro dei Trasporti (Lupi) devono scegliere il prossimo presidente, sono arrivati due nomi: Zeno D’Agostino, manager del Consorzio Zai, l’interporto di Verona, ex segretario generale del porto di Napoli e Nereo Marcucci, presidente di Confetra, ex manager di Contship Italia ed ex presidente del porto di Livorno. D’Agostino e Marcucci sono nomi che, confidano fonti al Secolo XIX/The MediTelegraph, non sono sgraditi alla presidente Serracchiani. E i due candidati sono stati espressi rispettivamente dai comuni di Trieste e Muggia, e dalla Provincia. La cronologia nel caos triestino gioca un ruolo importante. D’Agostino e Marcucci sono diventati candidati ufficiali nel primo pomeriggio, mentre in serata si attendeva il nome mancante, quello espressione della locale Camera di Commercio. Ma la giunta dell’ente con un comunicato, ha rimandato tutto: nessun nome per la terna perchè non è arrivata, come sempre avvenuto in passato, dal Ministero competente la richiesta di esprimere l’indicazione del nominativo. La giunta ha dunque «deliberato di inviare al ministero una lettera di richiesta in tal senso». Leggi tutta la notizia
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH