Cerca Aziende di:
27 Ott 2014
Svolta nei porti di Taranto e Bari. Da ieri è infatti scattata un'importante innovazione per il traffico merci: si tratta del cosiddetto “pre-clearing”, ovvero lo sdoganamento delle merci già in mare, durante la navigazione dell'unità. Il sistema fa capo all'Agenzia delle Dogane e dei monopoli e coinvolge le Capitanerie di porto delle due città, le quali, informa l'Agenzia, “con i propri sistemi informatici assicureranno il monitoraggio delle navi ammesse alla procedura di pre-clearing”. Si tratta di un avvio sperimentale e “per una nave, prima che tocchi il porto, si saprà quali container dovranno transitare nelle aree di verifica per essere sottoposti a controlli e quali invece no perchè gia sdoganati”.
“Il progetto - si afferma ancora - prevede che le dichiarazioni doganali telematiche vengano trasmesse prima che la nave entri in porto. Il pre-clearing è sicuramente uno strumento innovativo che consentirà di velocizzare i controlli documentali e fisici abbattendo i tempi di sdoganamento. Si auspica - commenta l'Agenzia delle dogane - che tale innovazione possa costituire un volano per i traffici dei porti pugliesi e restituire competitività all'intero sistema portuale anche in vista dell'appuntamento Expo 2015”.
Sdoganamento in mare delle merci, snellimento delle procedure amministrative, base logistica per i produttori di ortofrutta di Puglia e Basilicata associati in consorzio e partner di un gruppo olandese del settore, Zona franca, sono intanto i principali progetti che interessano il porto di Taranto, oggi al centro di un incontro promosso dal Pon Reti e Mobilità 2007-2013 “per confrontarsi sulle strategie di sviluppo della rete di trasporto e del sistema logistico italiano in vista della nuova programmazione europea e delle riforme relative al sistema portuale” annuncia il ministero delle Infrastrutture. Il Programma operativo, sottolinea il ministero, “ha scelto Taranto per la portualità del Mezzogiorno in considerazione degli interventi infrastrutturali che si stanno realizzando per migliorare i sistemi retroportuali e i sistemi intermodali, rendendo competitivo il terminal nella prospettiva di un sistema di trasporto euro-mediterraneo”.
E difatti oltre al “pre-clearing”, dichiara il presidente dell'Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete, sul piano dello snellimento c'è anche l'avvio sperimentale, dal prossimo anno, del progetto “Mednet” che prevede procedure telematiche per il rilascio della documentazione. “Gli atti amministrativi saranno semplificati e il lavoro degli operatori agevolato” afferma Prete, mentre lo sdoganamento delle merci in mare sarà “semplificazione di procedure e di controlli senza però ridurre la sicurezza dei traffici”. Ma il porto punta molto soprattutto sulla Zona franca non interclusa riconosciuta dalla stessa Agenzia delle dogane e pari ad un milione di metri quadrati. “La Zona franca - evidenzia Prete - sembra solo una sigla mentre se sarà colta dalle imprese in tutta la sua potenzialità, può davvero fare la differenza. Il vantaggio che gli operatori avranno è tangibile: tutte le merci che saranno nella Zona franca, compresa la loro lavorazione, trasformazione e assemblaggio, non pagheranno dazi e non saranno sottoposte al regime dell'Iva. Sugli investitori questo può avere un effetto attrattivo”. Aspetto che già interessa, per esempio, la società “Taranto Logistica” che, con un project financing pubblico-privato, sta costruendo la piattaforma logistica - un investimento complessivo di 200 milioni di euro - che entrerà in funzione l'anno prossimo e che servirà a ricevere, stoccare, lavorare e trasformare le merci in transito nel porto.
Ma riflessi positivi potranno esserci anche per Terminal container terminal, dove, dopo una fase di conflitti e ricorsi tra Tar e Consiglio di Stato da parte delle imprese interessate ai lavori di ammodernamento, c'è una schiarita con la firma del contratto relativo alla banchina, primo intervento di un pacchetto più complessivo, anch'esso calcolato in circa 200 milioni. E sulla rampa di lancio è anche un altro intervento del pacchetto, il dragaggio del tratto di mare antistante la banchina del terminal per portare i fondali ad una profondità di 16,50 metri e quindi consentire l'attracco di portacontainer più grandi. Proprio i ritardi che hanno caratterizzato questi lavori, diversi dei quali attesi da molti anni, hanno spinto nelle scorse settimane Evergreen - azionista di Taranto container terminal - a togliere lo scalo di Taranto dall'approdo delle unità oceaniche e Taranto container terminal a ridimensionare notevolmente la sua attività. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL SOLE 24 ORE