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25 Giu 2015
Dopo il caso Uber, la compagnia che consente di prenotare una macchina con conducente grazie a un’app, ecco il tentativo di estendere lo stesso sistema anche a chi consegna merci. L’ipotesi, più volte ipotizzata in passato da Conftrasporto, rischia di divenire realtà, come confermano le notizie apparse sulla stampa e incredibilmente passate sotto il silenzio di chi dovrebbe porsi il problema di tutelare i lavoratori del trasporto e gli utenti. Come ovvio c’è chi mette in evidenza i rischi e chi è pronto a farsi paladino delle opportunità. Tutti dovrebbero però porsi la stessa domanda: quali saranno le conseguenze? Se l’evoluzione rimarrà a livello tecnologico e rispetterà le norme vigenti, che individuano chiaramente i soggetti che possono effettuare prestazioni dei servizi di trasporto e richiedere il relativo pagamento, non potrà che portare positività. Ben diverso (e illegale, almeno con le leggi attuali) sarebbe il caso in cui, anche per le merci così come per le persone, qualcuno pensasse di non svolgere solo l’attività d’intermediario telematico, servizio per il quale ha il diritto di essere remunerato, ma richiedesse il corrispettivo per l’attività di trasporto. Esercitata in questo caso abusivamente. Le norme italiane parlano chiaro e altrettanto vale per le disposizioni comunitarie, secondo le quali chi effettua attività di trasporto deve possedere i requisiti di professionalità, di garanzia e, non ultimo, di onorabilità. Leggi tutta la notizia
Fonte: STRADAFACENDO