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26 Giu 2015

Porti offshore soluzione al gigantismo navale

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L’Imo, riunito in assemblea a Londra, approva il progetto di Venezia.

 

Genova - Il gigantismo navale può essere un’opportunità per lo sviluppo dei porti e dei traffici marittimi, ma solo se gestito in maniera adeguata. Lo sostiene l’Imo (International Maritime Organization, agenzia autonoma dell’Onu) che nel corso dell’ultima assemblea generale dell’associazione, a Londra, ha discusso proprio di questo aspetto che riguarda il trasporto marittimo, con particolare attenzione alle nuove mega unità portacontainer. Nello specifico, il dibattito ha affrontato le conseguenze che le grandi navi hanno sui porti e come gli scali mondiali si stanno attrezzando per accogliere le unità dai 18 mila teu in su.

Il contrammiraglio Cristiano Aliperta, rappresentante italiano all’Imo, ha riassunto il tema osservando che «di fronte al gigantismo navale non ci possono essere che tre soluzioni»: concentrare il traffico in pochi porti adeguandoli, adattare tutti gli scali (seguendo la strada intrapresa dai porti del Nord Europa) con grandi investimenti oppure seguire la soluzione di Venezia - già adottata anche da Abu Dhabi e altre realtà internazionali - di realizzare un sistema offshore capace di accogliere le grandi navi e mantenere allo stesso tempo in vita i “vecchi” impianti portuali. Seguendo quest’ultimo esempio, secondo quanto emerso nell’ultimo incontro dell’Imo, le mega unità potrebbero diventare un’opportunità anche per tutti quegli scali che non hanno strutture e fondali in grado di accogliere le portacontainer di ultima generazione.

A presentare il progetto italiano del “Venice Offshore Port”, a Londra è stato chiamato il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa. Il piano prevede la costruzione di una piattaforma d’altura. I container, una volta scaricati in alto mare, vengono riposizionati su piccole unità alimentate a Lng, in grado di raggiungere le banchine dei porti di destinazione finale, come Marghera o Chioggia nel caso veneto. «Il progetto, unico caso in Italia, è stato valutato molto positivamente - spiega Paolo Costa - tanto che, durante l’incontro di Londra, è stato indicato come una valida soluzione per tutti quei porti, nel nostro Paese e all’estero, che non hanno infrastrutture adeguate per accogliere le grandi portacontainer». Leggi tutta la notizia

 

 

 

Fonte: THE MEDI TELEGRAPH

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