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30 Giu 2016

Emergenza CO2: sei azioni da attuare subito per rendere efficiente il trasporto delle merci

CO2_TRASPORTI

 

Dal Freight Leaders Council sei passaggi per ridurre le emissioni nel settore, arrivando ad un risparmio anche del 10%.

 

I drastici cambiamenti climatici stanno portando inevitabilmente ad accelerare lo sviluppo della nostra coscienza ecologica. La sostenibilità ambientale deve diventare un’ossessione. Il numero delle filiere che hanno lavorato per il miglioramento dell’impronta ambientale, riducendo la produzione dei gas serra, sta aumentando velocemente e questo è un buon risultato. E’ il settore della logistica, tuttavia, ad essere rimasto indietro: con il trend attuale, tra il 2020 e il 2030, il 50% della produzione mondiale di CO2 sarà legata ai trasporti; di questa, il 60% per il trasporto di persone e il 40% per il trasporto delle merci.  

 

Produciamo pensando di avere lo sguardo rivolto verso la tutela dell’ambiente, ma ci troviamo poi a trasportare e distribuire i prodotti attraverso consistenti emissioni nocive e sprechi notevoli. Serve un cambio di marcia e occorre subito. E’ proprio in questa direzione che nasce il “Quaderno #25” sulla sostenibilità ambientale del trasporto e della logistica, che è stato presentato a Roma nell’ambito del convegno “Trasporto CO2: i carburanti alternativi rendono profittevole l’azienda” dal Freight Leaders Council, in collaborazione con Tforma, Scania e Federmetano. Un vero e proprio manuale al servizio del lettore, per illustrare in sei pratici passaggi come sia possibile ridurre l’impronta ambientale nei trasporti e fornire indicazioni a aziende e istituzioni per agire nell’immediato, facendo fronte all’emergenza emissioni e raggiungere gli standard imposti dall’Ue. 

 

La prima necessità evidenziata è quella di creare una legge che imponga il calcolo delle emissioni di CO2 nei servizi di trasporto, favorendo meccanismi premianti i comportamenti virtuosi. Le aziende hanno già diversi strumenti per ridurre le emissioni nocive, come il premio “Lean & Green”, nato in Olanda e “importato in Italia” dal FLC, che prevede un riconoscimento alle aziende impegnate a ridurre del 20% le emissioni, producendo un’adeguata certificazione. Bisogna dare visibilità allo sforzo per una migliore sostenibilità della distribuzione delle merci, perché no anche con il contributo dell’ISTAT, che potrebbe redigere una serie di statistiche in particolare sulla produzione di CO2 nel settore. Lanciare poi un piano nazionale di cinque anni, per consentire la pianificazione di investimenti su combustibili a ridotto impatto ambientale, fino allo sviluppo dei biocarburanti (tecnologia che già esiste e che non richiede quasi mai la sostituzione dei motori in circolazione). Il passaggio imposto dalla normativa comunitaria, tra Euro 5 e Euro 6 ha drasticamente ridotto le emissioni e inciso positivamente sul consumo di carburante dei mezzi pesanti (-2/5%), ma è possibile anche lavorare sul fronte degli pneumatici, dell’aerodinamica dei mezzi e degli stili di guida, che in tandem con le nuove tecnologie possono portare a risparmi di carburante fino a oltre il 10%.  

 

Implementare l’inter-modalità ferroviaria, fornendo un’offerta di trasporto intermodale utilizzabile a domanda e servizi regolari nelle due direzioni (anche con fermate intermedie per trasporto container a casse mobili con terminali efficienti), e premiare i trasporti più lenti, accettando un “ritardo” nelle consegne: questi i punti fondamentali per migliorare la sostenibilità del sistema, anche se con un rallentamento minimo dei flussi. Accelerare infine lo sviluppo della “smart-mobility”, ad esempio con il Piano d’Azione ITS, che prevede la creazione di piattaforme logistiche integrate e/o interoperabili con la Piattaforma Logistica Nazionale (PLN), allo scopo di interconnettere il più possibile i vari attori della Supply Chain, verso un ritorno positivo sulla limitazione dei tempi di attesa, sui viaggi a vuoto e sulla sicurezza generale dell’intero sistema.  

 

Sono questi i passi da compiere immediatamente, individuati dai maggiori operatori della logistica italiana con il contributo di rappresentanti delle istituzioni, delle aziende e degli esperti del settore. “Una maggiore sensibilità verso la tutela dell’ambiente si sta velocemente diffondendo – spiega Antonio Malvestio, Presidente del FLC - Chi si occupa di trasporti e logistica sarà presto nell’occhio del ciclone. Migliorare l’impronta ambientale del trasporto è possibile ed è a portata di mano: occorre non improvvisare e seguire una pianificazione rigorosa”.  

 

 

Fonte: LA STAMPA 

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