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17 Gen 2017

Frode fiscale, arrestato imprenditore nel settore dei trasporti.

FRODE_AUTOTRASPORTO

 

Bloccato un giro di fatture false per 9 milioni di euro: sequestrati 35 mezzi e quote societarie

 

LIVORNO - Frode fiscale, imprenditore arrestato, 17 persone nei guai, 35 automezzi per il trasporto di merci sequestrate e 9 milioni di fatture false. E' un maxi giro fraudolento quello interrotto dai militari della guardia di finanza: finisce nei guai un livornese che lavora nel settore dei trasporti,  con all’attivo, nell’arco di un decennio, condanne per traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione e bancarotta fraudolenta, nonché già destinatario di un provvedimento di interdizione perpetua dai pubblici uffici (le generalità dell'arrestato e delle persone finite nei guai non sono state rese note dalle forze dell'ordine).

 

FATTURE FALSE PER 9 MILIONI

L’attività d’indagine, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Massimo Mannucci, condotta nell’ambito dell’operazione denominata "Ghost Truck" dai finanzieri, ha permesso di individuare un giro di fatture false per quasi nove milioni di euro. Le indagini sono partite a seguito di anomale operazioni di compravendita di mezzi stradali operate dall’imprenditore livornese a favore di imprese labroniche, per lo più fallite, operanti nel settore del trasporto di merci su strada per conto terzi.

 

UNA RETE DI IMPRESE INTESTATE A PRESTANOME

Dai controlli i finanzieri sono riusciti a scoprire un articolato sistema di frode che ha visto coinvolte diverse aziende, operanti nel settore dei trasporti sul territorio livornese, alcune delle quali, attive tra il 2010 e il 2013, hanno subappaltato l’effettuazione di prestazioni di trasporto ad imprese rivelatesi “cartiere”, prive, cioè, di una effettiva capacità patrimoniale, sprovviste di un reale impianto contabile, intestate a “prestanome” ed inottemperanti, di fatto, agli obblighi fiscali.

Queste ultime, attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da altre ditte, sempre riconducibili all’arrestato, hanno formalmente immatricolato numerosi trattori stradali e semirimorchi, senza esserne mai state, di fatto, le effettive proprietarie. In tal modo, le imprese “cartiere”,si sono dotate di un parco veicolare (di cui in realtà non disponevano) ed hanno, al pari, formalmente assunto personale impiegato come “autista”, il quale, tuttavia, era gestito dall’imprenditore dominus della frode, tramite delle società beneficiarie della frode. Le “cartiere” emettevano, a loro volta, fatture gonfiate, consentendo alle imprese beneficiarie - reali titolari dei mezzi di trasporto e dirette beneficiarie delle prestazioni rese dagli autisti, “di fatto” dipendenti – l’indebita deduzione dei relativi costi, la detrazione dell’Iva esposta in fattura e il mancato pagamento degli oneri contributivi e previdenziali connessi al personale. Le imprese cartiere hanno, altresì, sistematicamente omesso la presentazione delle dichiarazioni, il versamento delle imposte e degli oneri contributivi e previdenziali. Evasori totali, quindi.

 

ALTRE 17 PERSONE NEI GUAI

Oltre all'arresto dell'imprenditore livornese, altre 17 persone sono finite nei guai,  per i reati, a vario titolo, di emissione ed utilizzo di false fatture, omessa dichiarazione, omesso versamento di Iva, distruzione di documentazione contabile, falsità ideologica, riciclaggio e bancarotta fraudolenta. Inoltre l'uomo ai domiciliari, secondo l'accuisa, avrebbe fatto sparire da una società a lui riconducibile ingenti somme di denaro e numerosi beni mobili registrati. I militari durante l'operazione hanno sequestrato anche 35 automezzi per il trasporto di merce – tra cui 10 trattori stradali (Mercedes, Scania, Iveco) e 24 semirimorchi oltre ad un’autovettura Mercedes - per un controvalore di oltre euro 300mila, oltre a quote societarie.

 

 

Fonte: IL TIRRENO - LIVORNO

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