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25 Gen 2017
A partire dal 1 gennaio 2018 la Rete Ferroviaria Italiana (RFI) prevede di aumentare i prezzi delle tracce del traffico internazionale: del 66% per i treni viaggiatori, del 46% per i treni merci. I prezzi varieranno anche in base alla fascia oraria: i convogli che viaggeranno di notte costeranno di più rispetto a quelli che viaggeranno di giorno. Una misura che non riguarderà il traffico nazionale, ma che avrà invece importanti conseguenze per il traffico con la Svizzera.
Per le aziende dedite al trasporto merci internazionale, riporta il Tages-Anzeiger, il provvedimento rappresenta un duro contraccolpo. Secondo la portavoce di Hupac Irmtraut Tonndorf l'aumento dei prezzi "indebolirà il potenziamento del traffico su rotaia". Dello stesso parere l'amministratore delegato di RALPin René Dancet che ritiene la misura "problematica" poiché i costi della strada e del diesel risulteranno nettamente inferiori.
Il problema riguarda anche le FFS, ma per il momento la Svizzera non può fare nulla poiché "non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione ufficiale su un aumento dei prezzi delle tracce da parte degli italiani" afferma il portavoce dell'Ufficio federale dei traporti Gregor Saladin. Se realmente gli italiani hanno intenzione di trattare diversamente i treni internazionali rispetto a quelli nazionali si tratta di un chiaro caso di discriminazione, secondo Saladin. Anche la consigliera federale Doris Leuthard ha confermato al Tages-Anzeiger che è venuta a conoscenza dell'aumento dei prezzi solo tramite i media, ma non c'è stata nessuna comunicazione ufficiale alla Confederazione. "Seguiamo comunque con interesse l'evolversi della vicenda" ha affermato.
Armin Weber, capo del traffico internazionale dei viaggiatori delle FFS per ora non ha voluto prendere posizione a riguardo, ma non esclude che Trenitalia possa aumentare il prezzo dei biglietti per i nuovi costi che deriverebbero dall'aumento delle tracce. Un biglietto per Milano-Zurigo, ipotizza il Tages-Anzeiger, potrebbe quindi essere più caro del 8-10%.
A partire dal 1 gennaio 2017 anche il settore dei trasporti pubblici (TP) ha applicato l’aumento dei prezzi delle tracce, deciso dalla Confederazione pari a 100 milioni di franchi. I biglietti sono quindi diventati più cari del 2,5 %. I prezzi delle tracce in Italia per ora erano considerate le più basse d'Europa. La Rete Ferroviaria Italiana ha quindi giustificato l'aumento, sottolineando l'incremento della qualità del trasporto e il fatto che i paese vicini abbiano prezzi molto più alti dei loro.
Un'argomentazione che l'esponente dei verdi austriaco Georg Willi rigetta: In Austria il prezzo di un treno merci per chilometro cosa 1,36 euro, mentre sulla tratta verso l'Italia attraverso il Brennero costa 2.45 euro. L'Italia ha finora richiesto 2,15 euro per chilometro e vuole innalzarlo a 3,13 euro per i treni internazionali. In Svizzera invece il prezzo per i treni merci oscilla tra i 6 e 8 franchi per chilometro.
La società ferroviaria austriaca (Österreichische Bundesbahnen) ha dal canto suo già inoltrato un ricorso al Tribunale amministrativo di Torino contro il provveddimento della RFI. L'aumento dei prezzi violerebbe infatti le regole della concorrenza leale e metterebbe a rischio la redditività del traffico internazionale: "A rallegrarsi sono solo le lobby dei camionisti" afferma l'esperto dei trasporti austriaco Georg Willi. Secondo diversi esperti attivi nel settore dei trasporti, l'aumento delle tracce da parte italiana andrebbe infatti a beneficio di altri mezzi di circolazione.
Fonte: TICINONEWS