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04 Apr 2017

Operazione Recherche, 10 milioni di € sequestrati

OPERAZIONE_RECHERCHE_AUTOTRASPORTO

 

Il business del trasporto di agrumi e i contrasti nel clan Pesce.

 

Ammonta a 10 milioni di euro il valore dei beni sequestrati stamane dalla Polizia nell’ambito dell’operazione “Recherche” che ha portato all’arresto di 11 persone, fra cui i fiancheggiatori del boss Marcello Pesce, preso nei mesi scorsi dopo una lunga latitanza. Gli interessi del gruppo erano variegati e si estendevano dal monopolio forzoso del settore del trasporto merci su gomma di prodotti ortofrutticoli per conto terzi, alle intestazioni fittizie di beni ed al traffico degli stupefacenti.

 

L’elenco dei beni sequestrati.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni per un valore di circa 10 milioni di euro. Si tratta di otto società del settore agrumicolo e del trasposto merci per conto terzi, con i relativi patrimoni aziendali: mobili ed immobili, crediti, articoli risultanti dall’inventario, beni strumentali, denominazione aziendale, avviamento, conti correnti, e tutte le licenze e autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale concesse dalle Autorità competenti. Sequestrati anche 44 trattori stradali, rimorchi e semirimorchi utilizzati dalla cosca per il trasporto di agrumi e kiwi da Rosarno al Centro e Nord Italia. 

 

Il business dei trasporti. 

L’attivismo criminale del clan si era allargato soprattutto alle attività di illecita mediazione nel settore del trasporto merce per conto terzi, storicamente di competenza dell’articolazione della cosca Pesce facente capo al boss Marcello. Centrale in tutti questi ambiti, secondo l’accusa, era anche la figura di Filippo Scordino, luogotenente di Marcello Pesce e persona di estrema fiducia del figlio Rocco, pure arrestato durante il blitz di oggi, che è risultato essere il principale gestore dell’agenzia di mediazione del trasporto merci su gomma attraverso la quale il settore era monopolizzato dal clan. Il monopolio del trasporto di prodotti ortofrutticoli su gomma era esercitato attraverso alcune società fittiziamente intestate a prestanomi. Gli elementi raccolti nel corso delle investigazioni hanno consentito di emettere, contestualmente ai fermi degli indagati un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di beni e società e dei relativi patrimoni aziendali tra cui la Ge.Tra.L., società cooperativa esercente l’attività di trasporto ed autotrasporto di persone e merci per conto proprio o di terzi, con sede a Rosarno ed un’azienda agricola che si occupa del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi oltre che di lavorazione, confezionamento, produzione, trasformazione e commercializzazione, sia all’ingrosso che al dettaglio, di prodotti alimentari.

 

Le intercettazioni. 

Di fondamentale importanza si sono rilevate le intercettazioni effettuate a carico dei componenti della cosca, fra cui diverse sugli smartphone, che hanno portato alla luce il sistema dell’imposizione dei trasporti merci su gomma dalla Piana di Gioia Tauro verso diverse località del centro e nord d’Italia. In una conversazione intercettata, Scordino e Rocco Pesce affermano che con tre trasporti a settimana a Roma avrebbero guadagnato 3000 euro.

 

I contrasti nel clan. 

Le indagini condotte dalla Polizia di Stato nell’ambito dell’operazione “Recherche” hanno fatto emergere disaccordi nella gestione del “business” del trasporto degli agrumi per conto di alcuni produttori di Rosarno, sorti tra le articolazioni della cosca Pesce facenti capo da un lato al latitante Marcello Pesce e dall’altro a quella di Vincenzo Pesce, detto “u pacciu” (il pazzo), già detenuto, i cui interessi erano curati dai figli Savino ed Antonino. Alla base delle frizioni, secondo gli inquirenti, la rivendicazione dei figli di Vincenzo Pesce della gestione del trasporto, con mezzi propri o delle società a loro riconducibili, degli agrumi prodotti nelle aree ricadenti sotto la loro influenza criminale.

 

 

Fonte: ZOOM24

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