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07 Apr 2017

La Settimana Confederale

UGGè_10

 

A cura del Presidente Paolo Uggè.

 

SITUAZIONE GENERALE


Da alcune settimane evidenziavamo come la mancanza di risposte ai temi dell’autotrasporto, anche dopo le iniziative di sensibilizzazione effettuate sabato 18 marzo, avrebbe portato a decisioni più incisive. Così è stato. Il Comitato esecutivo di Unatras, riunito in settimana, ha deciso per il fermo dei servizi di trasporto. Le modalità di attuazione, sia per la concomitanza di periodi nei quali il codice di autoregolamentazione non consente l’attuazione di iniziative di protesta, sia per la scelta di aprire una fase conoscitiva e rendere edotte tutte le forze politiche ed il Parlamento sulle ragioni di una decisione così grave, sono demandate al comitato di Presidenza.


Temiamo infatti  vi siano altre ragioni che di fatto impediscano l’emanazione dei provvedimenti attuativi che, in applicazione del protocollo di intesa, devono rendere operativi gli stessi. Per questo è opportuno approfondire.  Non vorremmo infatti che ci trovassimo di fronte ad un problema di “Cassa”. (Per essere più espliciti mancanza di soldi, dovuto al fatto che il bilancio non è più di competenza bensì di cassa). Il dubbio legittimo ci sorge nel momento nel quale, approvate le risorse e dati per avvenuti i trasferimenti (sulla carta), le risorse  non si rendono disponibili.


Esistono però decisioni che appartengono alla volontà politica. Trovare soluzioni sia alla funzionalità dei trasporti eccezionali  ma anche il funzionamento delle motorizzazioni, che devono essere affrontati senza ricorrere ad iniziative che scaricano sui vettori responsabilità di competenza di altri soggetti, non è una questione che produce costi ma funzionalità e semplificazione. La decisione, è politica. Allungare, dunque, come invece è stato fatto, i tempi delle revisioni, di fatto  determina il rischio che automezzi, senza aver effettuato la revisione annuale, possano circolare, altrettanto è rinviare le scelte compatibili con la sicurezza e la necessità di poter operare nei trasporti eccezionali. Entrambe penalizzano le attività degli operatori del trasporto ed il rischio è  favorire la concorrenza estera o indurre a  spostarsi all’estero. Che senso ha tutto ciò?


Ciò nonostante anzichè agire e dare precise indicazioni, il governo traccheggia e questo induce i funzionari pubblici ad inventarsi soluzioni che li sollevino da responsabilità, (comprensibili)  che viene scaricata sugli operatori .


Non proseguo oltre anche perché i temi sono a tutti coloro che ci seguono ben conosciuti. Sul sito viene riportato il comunicato diffuso da Unatras. A seguito della decisione di fermo è pervenuta da parte della sottosegretaria Sen. Simona Vicari, delegata al trasporto merci, una convocazione per il giorno 27 aprile p.v. Ne prendiamo atto anche se intendiamo proseguire con le iniziative già definite.  


Nel frattempo una denuncia circostanziata apparsa sulla stampa rende evidente come il fenomeno di far ricorso a personale somministrato sia sempre più presente. Abbiamo preso posizione sulla vicenda ma non possiamo fare a meno di sottolineare che attendiamo ormai da mesi che il Governo italiano, come gli altri paesi che hanno sottoscritto l’impegno a garantire la regolarità e la difesa delle imprese di autotrasporto hanno già fatto, emani normative atte a contrastare i fenomeni di abusivismo.


Segnaliamo in merito alla denuncia relativa ad un utilizzo irregolare, secondo il sindacato dei lavoratori, che vede coinvolta una azienda del Pavese è stata depositata, al Parlamento europeo una interrogazione, dal deputato europeo Angelo Ciocca, del gruppo Lega Nord.


Questo dimostra quanto impattino tali aspetti, che non costano, sui quali si deve operare con atti concreti.


A tale proposito abbiamo letto la convocazione  della sottosegretaria Vicari e se apprezziamo la volontà a riaprire il confronto occorre subito evidenziare che il giorno 27 non può essere una giornata nella quale si formulano nuovi annunci. Occorrono i provvedimenti a gli atti concreti. Il 27 non può essere l’inizio di una trattativa ma la fine di un percorso avviato mesi fa e mai concluso. Sarà bene che la rappresentante del ministero evidenzi questa necessità anche per non trovarsi ad essere la responsabile di un eventuale fallimento dell’incontro. Dopo il 27 aprile, senza soluzioni, esiste solo l’avvio delle procedure già definite dall’esecutivo Unatras  che, ha deciso per il fermo dei servizi.

 

A PROPOSITO DI ANTITRUST


Dopo l’avvenuta pubblicazione da parte dell’Authority della concorrenza del parere sui costi minimi siamo stati sollecitati ad esprimerci, relativamente ai contenuti della decisione. A parte la forzatura del titolo che dimostra chiaramente quale sia l’intenzione dell’Autorità e da che parte si collochi, leggendo il testo del disposto e, sentiti gli esperti in materia, non possiamo che riconfermare quanto già sostenuto in diverse occasioni, l’ultima il 24 marzo, (spero sia stato letto) sul pronunciamento della Commissione che sembra non prendere in alcuna considerazione l’ordinanza della Corte di Giustizia. Leggendo comunque il parere tuttavia non sfuggirà come la stessa Autorità suggerisca al ministero di procedere con parametri diversi, qualora decidesse di voler  pubblicare i costi minimi della sicurezza. In sostanza il pronunciamento, pare smentisca la forzatura presente nel titolo  (per parere dell’Antitrust cliccare qui).


Nel corso dell’incontro al ministero, su tale aspetto,  constateremo  la coerenza con le dichiarazioni forti di voler in modo determinato operare per garantire la sicurezza sulle strade. Se il mercato deve prevalere sul principio della sicurezza è bene saperlo ma deve valere anche per i divieti di circolazione, ad esempio, ed allora sarebbe bene farlo sapere anche ai tribunali amministrativi. L’importante è che ognuno  assuma le proprie responsabilità e non prenda in giro gli operatori.

 

IL FORUM DI CERNOBBIO FORNISCE UN QUADRO SULL’ECONOMIA DEL PAESE


I consumi non crescono, le previsioni del Pil sembrano attestarsi intorno all’1% per l’anno in corso mentre sembrano calare per il 2018 (0,8%). La pressione fiscale è al 43% nell’anno corrente ma incrementerà dello 0,1 per il prossimo anno. Il debito pubblico al 132,6 nel 2016 sale al 132,9 nel 2018. Per quanto riguarda il credito alle imprese nel quarto trimestre 2016 solo il 21,8 % ha richiesto un finanziamento ma solo l’8,3% è stato completamente finanziato ed in generale, rispetto al 2011 il credito si è ridotto di circa 120 miliardi di euro. Un quadro, ha affermato il presidente Carlo Sangalli, che desta preoccupazione soprattutto se, come si pensa, nel 2018 verrà meno il quantitative easing. Il rischio è di precipitare in una nuova stagnazione.


Questi i dati generali sull’economia ai quali il Presidente del Consiglio Gentiloni , che ha concluso i lavori, ha voluto attribuire un significato diverso e più ottimistico. Anche se la crescita è incerta ed ancora debole, è pur sempre un dato positivo rispetto ai segni meno del passato. Staremo a vedere anche perché si resta in attesa della manovra correttiva e soprattutto di quella del prossimo anno.

 

CONFTRASPORTO REPLICA AL PRESIDENTE DELL’AUTHORITY DEI TRASPORTI


Come visibile sul sito, Conftrasporto è intervenuta a replicare alle dichiarazioni del presidente dell’Authority che con alcune dichiarazioni rilasciate ai margini di un convegno sulla portualità, tenutosi a Livorno, ha voluto rilanciare le intenzioni di occuparsi di tutti gli argomenti dei trasporti, anche se la legge istitutiva non  le assegna le competenze. Ricordo che a riguardo delle richieste di versamenti di contributi da computarsi sul fatturato prodotto, la nostra organizzazione ha ricorso al Tar competente e, non ultimo si è in attesa di un pronunciamento della Suprema Corte.


La presa di posizione di Conftrasporto deve aver irritato l’establishment dell’Authority che, forse senza aver compreso o letto accuratamente le dichiarazioni del Presidente, sembra non dare il medesimo significato che abbiamo dato noi alle affermazioni  riportate dalle agenzie di stampa quali “la buona regolazione economica è parte significativa della riforma della portualità ed è compito dell’ART realizzarla”. Se la reale intenzione del presidente Camanzi è diversa, ne prendiamo atto ma poichè è meglio prevenire che dover rincorrere  a posteriori, non ci sentiamo per nulla in difetto. 


A tale riguardo ho avanzato alcune settimane fa una provocazione proponendo, anziché versare contributi, non dovuti, a nostro giudizio, come richiesto dall’Authority per coprire i maggiori costi, di dar vita ad un fondo per avvicinare alle professioni presenti nel settore , i giovani. Imprese e Governo possono avviare un percorso virtuoso. Anche se coloro che si professano, a parole, difensori delle imprese non hanno in alcun modo appoggiato la nostra proposta, noi abbiamo proseguito con contatti sia con il ministro Fedeli che a livello comunitario. Il prossimo mese di maggio è già in calendario un incontro a Bruxelles sul tema. Se si devono sostenere  investimenti,  tra le imprese ed il Governo, che almeno producano positività sul dramma della disoccupazione giovanile. Staremo a vedere.


Alla prossima.


Paolo Uggè

 

 

Fonte: CONFTRASPORTO

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