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09 Apr 2018

Il sogno norvegese della nave autonoma

Nave_autonoma-Birkeland

 

L’industria ci crede poco. I norvegesi, invece, stanno scommettendo tutto, o quasi, sulle “navi drone”.

 

GENOVA - L’industria ci crede poco. I norvegesi, invece, stanno scommettendo tutto, o quasi, sulle “navi drone”.

È lo stesso governo di Oslo ad incoraggiare armatori e aziende hi-tech per accelerare la creazione di una flotta cargo senza equipaggio. Così Wilhelmsen e Kongsberg, due campioni nazionali che operano nella logistica e nei servizi, hanno creato la prima compagnia al mondo dedicata esclusivamente al trasporto via mare senza equipaggio: la Massterly è il primo armatore, costituito da una joint venture tra i due soci fondatori, che avrà una flotta completamente autonoma, controllata dal personale di terra e non dai marittimi.

 

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Il comandante sarà seduto in una sala controllo distante centinaia di chilometri dalla posizione fisica della nave e la controllerà come in un videogame, con un joystick, circondato da maxi schermi che simuleranno la navigazione. Lo scopo è evidente: «Con Massterly ridurremo i costi ad ogni livello», spiegano i manager delle due società che hanno dato vita alla compagnia. Con un equipaggio essenziale, che non ha bisogno di imbarcarsi, i costi per il personale si ridurranno ai minimi, ma sarà difficile esportare il modello su larga scala: formula della “nave drone” in Norvegia è infatti vincente grazie soprattutto ai Fiordi. 



L’esordio nel 2020 


Le navi senza equipaggio sono ancora alla fase pionieristica: la breve distanza e la possibilità di navigare sotto costa, rendono la Norvegia il Paese ideale per la sperimentazione. E tutto è pronto per la data in cui sarà varata la prima portacontainer autonoma: annunciata esattamente un anno fa, la Birkeland, cargo in grado di trasportare 120 contenitori, entrerà in servizio nel 2020 per portare ai porti di destinazione i fertilizzanti prodotti dal colosso norvegese Yara. «Opereremo anche noi su navi simili» spiegano i vertici di Massterly, che però per ora sono ancora una compagnia senza flotta. «Attualmente siamo ancora all’inizio dello sviluppo del progetto, ma crediamo che ci sarà presto un mercato per i nostri servizi» dicono i dirigenti della società norvegese. In particolare per le rotte brevi, il cosiddetto short sea, «dove siamo convinti che si possa aumentare competitività e spostare molte merci dalla strada al mare, riducendo le emissioni». Nei mari del Nord il tema ambientale è molto sentito, viste anche le restrizioni imposte dall’Europa allo shipping. Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: THE MEDI THELEGRAPH

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