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31 Mag 2018
La vita prende, porta e spedisce. E dal 1985 lo fa anche il gruppo milanese Bomi Italia che è stato fra i primi a credere nel mercato AIM Italia, dove è quotato dal 26 giugno 2015, provenendo dal progetto Elite di Borsa Italiana al quale, anche in questo caso, era stato fra i primi ad aderire. Bomi gestisce in 20 Paesi (il 69% dei ricavi è ottenuto al di fuori dell’Italia) le spedizioni e il magazzinaggio di farmaci e dispositivi medici, oltre a fornire servizi di “home care” (consegne a pazienti in cura per malattie croniche) e di packaging ed etichettatura farmaci, nonché gestione degli inventari di ospedali e cliniche.
Ricavi e margini positivi, anche se l'America Latina influisce sui cambi
Dopo aver chiuso il 2017 con ricavi in crescita del 16,9% a 117,9 milioni, un debito balzato del 48,1% a 5,6 milioni e un utile netto passato da 466 mila euro a circa 2,1 milioni, nel primo trimestre 2018 Bomi Italia ha conseguito un fatturato in crescita del 5,3% a 29,6 milioni. La significativa presenza del gruppo in America Latina (48,1% dei ricavi 2017, ed in particolare il 38,2% in Brasile) ha però determinato un effetto cambi negativo, al netto del quale il giro d’affari al 31 marzo 2018 avrebbe raggiunto 32,2 milioni (+14,7%, di cui +4,2% da crescita organica e +10,5% derivante dalle acquisizioni delle italiane Faro Srl e De Salute Srl e delle controllate messicane).
Le acquisizioni hanno portato a un alto debito, che non scenderà a breve
Il fatturato del primo trimestre 2018 è superiore del 2,8% rispetto alle indicazioni fornite a inizio anno in occasione della presentazione del Business Plan 2018 – 2020, che per quest’anno prevede ricavi consolidati superiori a 125 milioni e un ebitda di oltre 12,5 milioni (11,3 milioni nel 2017). Il rapporto Debt/Equity, pari a quasi 2,9 volte al 31 dicembre 2017, dovrebbe rimanere però piuttosto alto, attestandosi a 2,01 volte a fine 2018 per poi scendere a 0,5 volte al termine del Piano.
Tutto questo “a bocce ferme”, non considerando cioè ulteriori acquisizioni. Nel frattempo Bomi Italia ha portato a termine un aumento di capitale da circa 5 milioni (mediante il quale gli investitori istituzionali “strategici” Quaestio Capital e First Capital hanno portato le proprie partecipazioni rispettivamente al 12,4% e al 5,5% circa), ma ha anche perfezionato l’acquisizione di De Salute Srl per 2,45 milioni (oltre a un possibile earn-out fino a 1,6 milioni) e di un ulteriore 10% di Bomi Colombia, di cui il gruppo detiene ora il 90%, per 550 mila euro.
Al fine di migliorare la gestione finanziaria Bomi Italia ha recentemente sottoscritto con Crédit Agricole Cariparma e Deutsche Bank un contratto di finanziamento da 20 milioni con scadenza al 30 aprile 2023 al tasso variabile Euribor + 1,25% ed assistito da garanzia Sace per un terzo del totale.
Gruppo impegnato nella sostenibilità e nella visibilità del settore logistico
Il gruppo ha da poco effettuato il passaggio generazionale con la nomina ad amministratore delegato di Marco Ruini, figlio del fondatore Giorgio, mentre direttore generale è stato nominato Felipe Morgulis, in precedenza presidente della filiale brasiliana. Bomi Italia si sta attivando per dare sempre maggiore visibilità a un settore non molto noto, ma di importanza vitale come quello della logistica sanitaria: a tale scopo il gruppo è entrato, a ottobre 2017, nell’associazione italiana per la logistica sostenibile Sos-Log (la validazione del marchio “Sustainable Logistics” dovrebbe avvenire entro il 2018) ed è stato creato il brand “Bomi Health Carrier”, che attraverso una flotta di proprietà di oltre 250 mezzi consegna qualunque prodotto healthcare in Italia, Turchia, Olanda e America Latina.
In caso di passaggio al MTA sarà introdotto il voto maggiorato
Ha tutte le carte in regola per il passaggio al MTA? In gran parte sì, e infatti è uno degli obiettivi di Bomi Italia (preferibilmente allo Star), anche se occorre tener sotto controllo il debito, e questo confligge un po’ con l’ambizione di concludere entro 9 – 12 mesi un’ulteriore acquisizione strategica che porti a un “upscale” dimensionale del gruppo. In ogni caso è stata conferita al CdA la delega ad aumentare ulteriormente il capitale sociale fino a 12 milioni entro 5 anni. Al momento nessuna delle obbligazioni convertibili 2015 – 2020 è stata trasformata in azioni, anche perché il tasso d’interesse è pari al 6% e il prezzo di esercizio di 3,6 euro (le attuali quotazioni sono intorno a 3 euro). Leggi tutta la notizia
Fonte: IL SOLE 24 ORE