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06 Giu 2018

Di Maio ai rider: ''Al via un percorso per lavoro meno precario''

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Nuovo appuntamento la prossima settimana ai lavoratori delle consegne a domicilio.

 

ROMA - Come primo atto da ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha incontrato i rider, i lavoratori della gig economy che si occupano della consegna a domicilio, che ha definito "simbolo di una generazione abbandonata senza tutele e contratto" e ha annunciato l'inizio di un percorso per avere un lavoro meno precario, con un salario minimo orario. Dopo aver parlato con Di Maio, i rider hanno riferito che il ministro ha dato loro un nuovo appuntamento la prossima settimana.

L'obiettivo di Di Maio sarebbe quello di aprire un tavolo di trattativa nazionale con lavoratori, piattaforme di food delivery "virtuose" e governo. Il primo incontro con i lavoratori delle consegne a domicilio è stato conoscitivo. A quanto detto dai rider presenti a Roma, si è parlato di salario minimo ma non si è ancora entrati nello specifico delle proposte.

 

I giovani di Riders Union di Bologna, il sindacato che rappresenta i fattorini della città, hanno chiesto che le disposizioni della Carta dei diritti firmata a Bologna siano allargate a tutto il territorio nazionale. Il gruppo si riferisce alla "Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali nel contesto urbano" sottoscritta dal Comune emiliano, dai sindacati e da alcune piattaforme del delivery lo scorso 31 maggio.



"Molti ragazzi hanno problemi ad avere diritti minimi, come una paga dignitosa e un’assicurazione", ha detto il ministro, a margine dell'incontro con i ciclofattorini convocati per fare il punto sui diritti della categoria."Iniziamo da oggi un percorso che passa per un modello di lavoro più dignitoso e con salario minimo orario. Il governo può portare i colossi che gestiscono i fattorini al tavolo. Sarà il primo atto del ministero. È un piccolo passo, c’è tanta gente che chiede lavoro e dignità, non la luna. E noi possiamo dare loro questa dignità con un salario minimo orario e portando al tavolo i colossi".

Alleggerire burocrazia con il digitale, no allo spesometro



Luigi Di Maio ha poi incontrato, al ministero dello Sviluppo economico, i rappresentanti del movimento Drappo bianco. "Deve finire l'era delle leggi anti evasione che combattono chi ha sempre pagato le tasse", ha detto il ministro, "se si devono fare leggi anti evasione devono andare nella direzione di colpire gli evasori", perchè "oggi si sta rendendo la vita degli imprenditori e dei professionisti un inferno".



"Anche gli imprenditori del Drappo bianco, organizzati in Brianza, concordano con me che servano provvedimenti a costo zero che riguardano la burocrazia come lo spesometro, redditometro e lo split payment: vanno eliminati. Ove possibile bisogna sostituirli con meccanismi digitali dove l'imprenditore non ha oneri, semmai è lo Stato che deve incrociare le banche dati e accertare se ci sono dei furbi", ha aggiunto Di Maio.



"Oggi è stato aperto un tavolo di lavoro al ministero dello Sviluppo economico per capire cosa fare per aiutare le imprese con interventi a costo zero. In primo luogo con l'obiettivo della sburocratizzazione", ha riferito Davide Migliazzi, dell'associazione Drappo Bianco.



In un videomessaggio pubblicato su Facebook prima di parlare con Drappo bianco e dopo aver sentito i rider Di Maio ha detto: "Non ho ancora composto tutti gli staff e salutato i dipendenti del ministero ma dobbiamo metterci subito al lavoro perché si è già perso troppo tempo per i giovani. Io sono disposto a dialogare con tutti, se servirà lavoreremo notte e giorno per migliorare le condizioni di vita di chi lavora e di chi dà lavoro". A chi gli chiedeva perché cominciare dal Drappo bianco e non da Confindustria, Di Maio ha risposto: "Poi incontreremo tutti, siamo aperti a tutti".



Il movimento di "ribellione pacifica" Drappo bianco è un gruppo di imprenditori e non solo che denuncia le difficoltà di fare impresa in Italia e si batte contro il peso delle tasse e della burocrazia. Simbolo del movimento, fondato da Giuseppe Caggiano, è un telo bianco a lutto perché rappresenta un'Italia che è morta.

 

 

Fonte: LA REPUBBLICA.IT

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