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15 Giu 2018

Limitazioni ai Tir, usiamo lo schema svizzero

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Restrizioni a favore dei mezzi verso i porti liguri, più controlli e integrazione con i porti.

 

GENOVA - Dopo 40 anni in viaggio tra Milano e la Riviera, condivido le modeste osservazioni di un utente del sistema autostradale che collega la Liguria al resto del mondo. I liguri pagano 40 anni di incapacità di governo del territorio. La madre del declino fu la pretesa di costruire un collegamento vitale come l’A10 ai minimi termini, lesinando su calibro e costi per mantenere in casa ligure il controllo delle poltrone. La società di Stato voleva costruire una via a tre corsie per senso di marcia, dotata di corsia d’emergenza, come l’A26 che costruì 10 anni dopo, tra le critiche locali perché “sprecata”. Con l’A10 i liguri decisero altrimenti. E le critiche d’epoca all’A26 appaiono oggi patetiche.

 

Basta ascoltare Isoradio per capire che il sistema è al collasso. Bisogna perciò pensare al futuro senza i paraocchi che, negli anni ’90, vanificarono ogni proposta. Nel transitorio, comunque, qualcosa va fatto. Almeno tre: restrizioni al traffico pesante, controllo di polizia, integrazione logistica.

 

Restrizioni. La Liguria vive sui porti, alimentati dal traffico pesante, ma è anche terra di attraversamento, come Svizzera e Austria. Che cosa fanno austriaci, membri Ue, e svizzeri, che non lo sono? Applicano drastiche riduzioni al traffico di transito. Per esempio, possono attraversare l’Austria solo 300 camion all’ora nei dì feriali e di notte viaggiano solo gli Euro 6 con merci deperibili. Perché non fare politiche analoghe, privilegiando i mezzi destinati ai porti liguri?

 

Controllo. L’A7 è una pista dove si cimentano piloti con targa spesso straniera, disprezzando limiti di velocità e distanze di sicurezza. Su A26 e A10 pochi Tir rispettano il codice e i divieti. Le pattuglie sono rarissime, nonostante l’Italia sia il primo paese nella classifica europea per numero di agenti sul territorio. Tutor e telecamere fanno comunque il loro mestiere e registrano tutto, senza distinzioni di targa. Se un italiano in Svizzera rischia il carcere, nulla succede allo straniero che non paga la multa: solo il 14% degli svizzeri lo fa. Non mancano i mezzi tecnologici per il fermo alle frontiere delle vetture dei trasgressori, sequestrando i mezzi insolventi. L’impunità è il carburante che alimenta l’indisciplina e gli incidenti, che provocano il collasso sempre più frequente del sistema.

 

Integrazione. Il traffico pesante di transito va contenuto stimolando l’uso dei traghetti e il trasporto di camion su treni merci, come accade in Svizzera con lo schema tedesco della RoLa, la Rollende Landstrasse o autostrada ferroviaria. Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: THE MEDI TELEGRAPH

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