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08 Ago 2019

Aeroporto delle merci, ecco il piano degli spedizionieri

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Creare una continuità doganale fra il porto e il Colombo.

 

Una trentina di aziende associate a Spediporto pronte a consorziarsi per dar vita a un nuovo soggetto che possa rilanciare l’aeroporto anche sul fronte delle merci. Alessandro Pitto, presidente degli spedizionieri genovesi, illustra il piano a cui l’associazione sta riservatamente lavorando da mesi. Un piano dettagliato e complesso, svelato ieri da Repubblica che andrà a concretizzarsi dopo la pausa estiva per essere presentato alla comunità economica e alle istituzioni.


«Ci muoviamo un passo alla volta — spiega Pitto — Ma possiamo già contare sul sostegno di una trentina di aziende. Il progetto c’è, ora si tratta di riempirlo di contenuti». I vertici di Spediporto (con il presidente Pitto anche il direttore generale Giampaolo Botta) si sono già confrontati anche con l’aeroporto guidato dal presidente Paolo Odone che ha confermato il forte interesse per questo progetto e la disponibilità della società di Sestri a proseguire il confronto.


«Il punto di partenza è legato al fatto che diverse aree attigue all’aeroporto potrebbero rendersi libere per la scadenza della concessione — entra nel merito del progetto il presidente Pitto — Le prime lo saranno dal 2022. Molte di queste, al momento, non sono sfruttate al meglio. Nonostante abbiamo una localizzazione prossima allo scalo, infatti, non sono direttamente legate all’attività aeroportuale».


Si tratta quindi di metter a fattor comune tutti questi spazi, dando agli stessi un’unica vocazione. Idea comprensibile, ma certo di non semplice realizzazione. «Facciamo una riflessione di fondo — continua Pitto — Noi abbiamo un porto con forti carenze logistiche e abbiamo un aeroporto che si sta riprendendo. Pensare a un piano che possa tener conto di questa situazione mi pare corretto. Non ci può sfuggire poi che di fronte al Colombo c’è lo stabilimento di Fincantieri che ha un indotto enorme di componenti navali che possono arrivare anche via aereo. Se a questo aggiungiamo poi che c’è una strada del Papa che è già a disposizione dei mezzi pesanti, allora si potrebbe creare una continuità doganale fra aeroporto e porto. Insomma, sono tutte caratteristiche che suscitano interesse e ci spingono a continuare in questa direzione».

 

Storici rappresentanti della merce, gli spedizionieri hanno il polso della situazione portuale e aeroportuale e individuano, prima di altri, segnali di crescita e di flessione a livello globale. A spingere nella direzione di questo progetto fortemente innovativo c’è però anche un elemento-chiave come la legge 130, la legge “Per Genova”, che fra le altre cose istituisce anche la “zona logistica semplificata”.


«Abbiamo già presentato questo progetto alle Dogane e ci hanno garantito il loro supporto e l’interesse a partecipare a questa iniziativa» continua Pitto.
Ma come si procederà, adesso? Il primo passo sarà la costituzione di un consorzio di imprese, spiega il presidente di Spediporto. È ancora da individuare la forma giuridica, ma è già certo che il nuovo soggetto beneficerà di una dotazione finanziaria iniziale, funzionale anche a sostenere il costo del progetto. «Ci faremo assistere da professionisti nella stesura del piano d’impresa — dice Pitto — così da poterlo poi presentare all’aeroporto e ai suoi azionisti (l’autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, con il 60% del capitale, la Camera di Commercio di Genova con il 25 e Aeroporti di Roma con il 15 n.d.r.)».


L’operazione è quindi avviata e alla ripresa dopo la pausa estiva verranno compiuti i passi decisivi per arrivare alla valutazione finale. Prima di dare per certo l’avvio del progetto, infatti, Spediporto vuole compiere tutti gli approfondimenti necessari, anche se il lavoro di questi ultimi mesi ha già dato indicazioni molto interessanti che spingono verso l’ottimismo.
«Ottimista? Abbiamo al lavoro su questo progetto un numero di imprese davvero significativo, cosa che è molto importante visto che già solo lo studio è oneroso — risponde Pitto — Si stanno confrontando tutti soggetti competenti in questa attività. Insomma, ci sono tutte le condizioni per arrivare a una soluzione. Vedremo».


Il dialogo potrebbe portare il consorzio genovese anche al confronto con il re italiano degli aeroporti merci, Malpensa, anche se al momento non sono ancora stati avviati contatti. Certo è che molti dei soggetti genovesi coinvolti nel progetto con Malpensa lavora parecchio. «C’è molta merce genovese che arriva a Malpensa e che poi si sposta via camion e che invece potrebbe arrivare direttamente a Sestri — chiude Pitto — Il Colombo potrebbe rappresentare una risposta importante da questo punto di vista. Attaccata allo scalo c’è la A26 e in due ore si è a Malpensa. Ci si mette meno che ad attraversare Milano».

 
 
 
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