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07 Mag 2020

Traffico illecito di rifiuti, 9 arresti e oltre 700 mila euro sequestrati

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Sottoposti a sequestro preventivo anche 10 motrici/rimorchi variamente utilizzati per il trasporto e lo stoccaggio dei rifiuti.

 

Dopo quasi un anno di indagini dirette dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia, nella mattinata di martedì 5 maggio si è conclusa una vasta ed articolata attività dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Treviso, con l'esecuzione delle ordinanze di misura cautelare emesse dal GIP del capoluogo lagunare per il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.
9 persone tratte in arresto e sottoposte agli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico e 2 sono state sottoposte all'obbligo di dimora. Sono stati invece sottoposti a sequestro preventivo: impianti, uffici, sedi legali ed operative di tre ditte delle quali due di trattamento e una di trasporto rifiuti; 10 motrici/rimorchi variamente utilizzati per il trasporto e lo stoccaggio dei rifiuti, per un valore complessivo di circa 500 mila euro; oltre 700 mila euro a carico complessivo delle 3 ditte indagate, ritenuti il profitto del traffico illecito.

 

Le indagini


Partita nel febbraio 2019, l'indagine ha avuto origine dal monitoraggi condotto su scala nazionale dal comando carabinieri per la Tutela dell'Ambiente, al fine di contrastare, anche in Veneto, il fenomeno degli incendi scoppiati in alcuni impianti formalmente autorizzati alla gestione dei rifiuti e in diversi capannoni industriali dismessi.


Così da una segnalazione dei militari della Compagnia di Legnago, che ha informato il NOE di Treviso di alcuni sospetti movimenti di mezzi pesanti nei pressi di un capannone situato nella provincia veronese e in disuso da diversi anni, l'attività inizialmente si è sviluppata sotto la direzione della Procura della Repubblica scaligera per poi migrare, per la competenza dell’ipotesi di reato che si andava delineando, alla Procura Distrettuale di Venezia.


Attraverso l’incrocio di numerosi servizi svolti sul territorio, l’ausilio di tecnologie ed un’approfondita analisi documentale, gli uomini dell'Arma avrebbero acquisito elementi che indicherebbero la responsabilità di alcuni individui operanti nell’ambito del trattamento e trasporto dei rifiuti: questi infatti, previa attribuzione di falsi codici dell’Elenco Europeo Rifiuti (E.E.R.) nei formulari, avrebbero gestito illecitamente, con compiti e ruoli diversi, lo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti speciali (costituiti da rifiuti indifferenziati urbani, plastici e tessili, provenienti dalla Campania, dalla Toscana e da altre Regioni del Nord Italia), senza sottoporli alle previste operazioni di trattamento/recupero e trasporto, stoccandoli ed abbandonandoli in capannoni dismessi del Veneto e dell'Emilia Romagna.


I carabinieri avrebbero raccolto importanti elementi relativi a 25 trasporti illeciti, nei quali i rifiuti sarebbero risultati sempre accettati formalmente dalla ditta che appariva come destinataria, ma in realtà, nonostante le difformi attestazioni rilasciate, sarebbero stati scaricati nei capannoni precedentemente citati di Veneto ed Emilia, che sono stati tempestivamente messi sotto sequestro nel corso delle attività.

 

Fonte: VERONASERA

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