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30 Lug 2020
Se ne parla dalla fine degli anni Novanta ma ora è realtà: il porto di Cagliari ha la sua Zona Franca doganale. Il vantaggio più noto è l'esenzione delle tasse per le merci lavorate sul posto "estero su estero". Sei ettari (ma la recinzione complessiva di allarga a 36) sono già pronti con opere di urbanizzazione, luci, fogne e acqua. E presto arriverà anche la banda ultralarga. Due edifici saranno realizzati negli giro di sei mesi. E nove lotti sono già a disposizione dei potenziali clienti.
Lo hanno spiegato questa mattina Città metropolitana, Cacip, Autorità di sistema portuale e Regione nel corso di una conferenza stampa proprio nella zona che ospiterà il quartier generale. "Ora esistono - ha detto il presidente del Cacip Salvatore Mattana- due zone doganali intercluse in Italia: Trieste e Cagliari. Gioia Tauro non è interclusa".
Un traguardo che ha dovuto fare i conti con i tempi lunghi della burocrazia visto che il risultato era praticamente a portata di mano da tre anni. Una conquista che si riallaccia al destino di tutta l'area industriale che si affaccia sul mare. "Proprio il 31 agosto - ha spiegato Massimo Deiana, presidente dell'Autorità portuale - scadono i termini della call per il terminal container. La presenza della zona franca è sicuramente un incentivo in più per gli interessati".
Deiana contro l'inghippo della mancata autorizzazione paesaggistica al porto canale: "Ora situazione sbloccata- ha detto- hanno fatto perdere 14 mesi preziosi. Non solo a noi, ma a tutta la Sardegna".
Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari e della città metropolitana ha alzato l'asticella: "Ora puntiamo alle Zes, zone economiche speciali". Per l'assessora regionale all'industria Anita Pili "un primo step del percorso di reindustrializzione del porto". Leggi tutta la notizia
Fonte: ANSA