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03 Set 2020

Moretto: ''Semestre chiuso con perdite ingenti, la nostra ricetta per la ripartenza''

moretto

 

Silvia Moretto, vicepresidente di Confetra e presidente di Fedespedi, insieme a Guido Nicolini, numero uno di Confetra.

 

Il prossimo 23 settembre, durante l’Agorà di Confetra dal titolo ‘Connessi o disconnessi?’, che si svolgerà interamente in formato digitale, di certo non mancheranno i temi di cui discutere: il mondo dei trasporti e della logistica esce da un primo semestre in cui non si è mai fermato, nonostante il lockdown dettato dal coronavirus, eppure molto spesso ha lavorato quasi esclusivamente per coprire i costi, quando ci si è riusciti. Eppure nelle parole della vicepresidente Silvia Moretto, che è anche numero uno di Fedespedi, non manca la voglia di guardare con pragmatico ottimismo al futuro. Più che a fare i conti di quello che è stato, passaggio senz’altro obbligato, Moretto mette nel mirino i prossimi mesi e le misure che inevitabilmente saranno necessarie per la ripresa.

 

Moretto, da ormai un mese si è chiuso il primo semestre dell’anno, contrassegnato dalla pandemia di coronavirus e dal relativo lockdown. I dati a vostra disposizione cosa ci dicono?
“Il nostro settore è molto variegato, comprende tutti gli attori della catena logistica: spedizionieri, corrieri, cargo ferroviario, porti, interporti e non solo. Purtroppo le previsioni sui dati dei primi sei mesi dell’anno sono state confermate: il settore ha registrato una perdita di volumi che si attesta intorno al 20-25%, chiaramente con punte ben più alte ad esempio nel cargo aereo, che ha visto perdite sino a quasi il 30%. I porti fanno i conti con un -10% in media, come il cargo ferroviario, mentre l’autotrasporto ha visto una riduzione dei mezzi transitati lungo le nostre strade di circa il 20%. Il tema vero è che speriamo che il peggio, adesso, sia passato”.

 

Sono in arrivo dall’Unione Europea i finanziamenti del Recovery Fund. In queste settimane in tanti hanno detto la loro su come utilizzare quell’ingente quantitativo, per quanto vi riguarda quali sono gli asset su cui puntare?
“Abbiamo già presentato al governo, in occasione degli Stati Generali, la nostra ricetta, i nostri quattro punti fermi per la ripresa. Il primo è la semplificazione, una priorità per tutto il Paese: la troppa burocrazia impedisce di mettere a terra in modo efficace i provvedimenti dell’esecutivo, e ne abbiamo avuto un’ulteriore conferma proprio in questi mesi. Poi la riduzione del cuneo fiscale: non è più sostenibile avere a che fare con importi che superano il 40% della busta paga lorda. Noi dobbiamo competere con l’Europa e con tutto il mondo occidentale, dove il cuneo è molto più leggero. Si tratta di una misura che chiediamo già da marzo, perché il nostro è un settore labour intensive e quindi questi costi pesano davvero troppo, il personale è il nostro principale fattore produttivo. Non serve una misura temporanea come quella del Dl Agosto, ma una scelta strutturale in questo senso. Ancora, le infrastrutture, e parlo di infrastrutture materiali e immateriali. Sulle prime il MIT ha fatto buone proposte con il piano Italia Veloce: le apprezziamo e speriamo possano trovare applicazione. Sulle seconde, le connessioni nei vari punti di scambio delle merci devono essere anche digitali, e questo sarà uno degli argomento del nostro Agorà di Confetra del prossimo 23 settembre, che si intitola appunto ‘Connessi o disconnessi’. Riteniamo che le connessioni che facilitano gli scambi commerciali debbano essere all’ordine del giorno del dibattito: proprio il coronavirus ci ha dimostrato che la manifattura, ad esempio, può fermarsi, ma la logistica no, altrimenti non avremmo avuto la merce nei supermercato o le medicine negli ospedali. Infine, crediamo sia importante ragionare di politiche industriali per il nostro settore: pensiamo ad una sorta di Industria 4.0 declinata al mondo dei servizi, per aiutare le imprese a investire in digitalizzazione, in sostenibilità, nella formazione del personale. Un problema è la dimensione delle aziende in Italia, che adesso è impropria per far sì che possano da sole compiere questo salto di qualità che il mercato richiede, quindi serve una politica lungimirante che possa affiancarle in questo”. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: SHIP2SHORE

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