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18 Gen 2021
L’alta domanda di merci prodotte in Cina sta avendo effetti sull’intero settore delle spedizioni internazionali, in grande difficoltà a causa dell’epidemia da coronavirus che ha colpito tutto il mondo. Una delle conseguenze più problematiche riguarda la carenza di container, cioè le enormi scatole di metallo che servono per spedire qualsiasi cosa soprattutto via nave. I container vengono utilizzati per spostare il 60% delle merci globali e secondo le statistiche commerciali dell’ONU ne circolano 180 milioni.
Dopo le difficoltà di inizio 2020, in Cina c’è stata una notevole crescita delle esportazioni, che a novembre sono aumentate del 21% rispetto all’anno precedente grazie alla produzione di elettrodomestici, giocattoli e – merce molto richiesta – i dispositivi di protezione individuale come mascherine e guanti. Ma al flusso di container che escono dalla Cina non corrisponde un identico flusso di container in entrata. C’entrano ovviamente gli effetti della pandemia, anche se un’altra delle cause è proprio la crescita della produzione cinese: più si esporta e meno ci sono container a disposizione per esportare, la domanda si alza e i prezzi delle spedizioni crescono, così come quelli della merce.
Reuters ha dedicato un lungo articolo a questo problema inedito per l’economia cinese. Secondo gli ultimi dati a disposizione, il rapporto tra container in entrata per importazioni e in uscita per esportazioni è di uno a tre.
Secondo la China Container Industry Association (CCIA), attualmente i tempi medi di consegna sono arrivati a 100 giorni contro i 60 di un anno fa e questo aumento è dovuto principalmente alla scarsa capacità di movimentazione delle merci in Europa e negli Stati Uniti a causa dell’epidemia da coronavirus. A questo si aggiunge la drastica riduzione dei voli dovuta alla pandemia, che ha una ricaduta sul trasporto delle merci e fa crescere la domanda di spedizioni via mare. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL POST