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24 Feb 2021

Porto di Genova, proclamato uno sciopero di 24 ore

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Lo sciopero è previsto per venerdì 5 marzo 2021.

 

Sciopero di 24 ore nel porto di Genova  Cgil, Cisl e Uil sostengono lo sciopero ed esprimono forte preoccupazione rispetto alle vicende che in questi giorni stanno interessando il porto di Genova.

 

«La città sta vivendo uno dei momenti più complicati dal dopoguerra ad oggi - scrivono in una nota Igor Magni, Marco Granara e Mario Ghini, rispettivamente segretario Generale Cgil e Cisl Genova e Uil Genova e Liguria -: prima la tragedia del Ponte Morandi e poi la pandemia da Covid-19 ben lontana dall’essere sconfitta; a ciò, si aggiunge il problema, peraltro troppo rimandato, della messa in sicurezza delle autostrade liguri ed in particolare del nodo genovese. Le ripercussioni di tali interventi coinvolgono l’intera collettività provocando una serie di effetti drammatici su economia, sui traffici portuali e sui lavoratori genovesi. In questo contesto si colloca purtroppo anche la incomprensibile iniziativa dei terminalisti rappresentati da Confindustria».

 

«Quanto avvenuto sembra un “Pastiche”: una lettera consegnata a mano al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale - forse nell’intento di non darle troppa enfasi - e con un taglio riservato, reso poi noto addirittura a mezzo stampa. Al di là del metodo, a sconcertare è il contenuto. In pratica la missiva contesta punto per punto l’accordo quadro sottoscritto a dicembre scorso anche dagli stessi firmatari della lettera, accordo che per sua stessa definizione presume una mediazione tra le parti con reciproca soddisfazione».

 

«Con quell’intesa, terminalisti, Autorità e Compagnia Unica hanno convenuto di chiudere una pagina ed aprirne una nuova che guarda al futuro, senza nascondersi le difficoltà, ma con grande senso di responsabilità da parte di tutti e soprattutto dei lavoratori. Sono proprio quei lavoratori della Culmv e di tutto il Porto, che hanno determinato le fortune del nostro scalo e degli stessi terminalisti, contribuendo ad una crescita, costante, a doppia cifra percentuale, anno su anno. Sono quegli stessi lavoratori che hanno spesso rivendicato attraverso le organizzazioni sindacali di categoria di lavorare bene, in sicurezza, con la certezza del giusto salario e impegnandosi in confronti non sempre facili, anzi, spesso difficili».

 

«La pace sociale, costruita su equilibri che oggi sembrano essere messi, irresponsabilmente da parte di alcuni, in discussione, non è per sempre ed è basata su equilibri molto fragili: le energie di tutti devono essere dirette a costruire il futuro del nostro Porto, a partire dalle infrastrutture, dalla nuova diga e da tutto ciò che può consentire alla nostra città di agganciare il treno per il futuro. Rendere questo percorso in salita è da irresponsabili».

 

Fonte: GENOVATODAY

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