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26 Mag 2021

Incidente Zanardi, il gip non decide sull’archiviazione per l’autista del camion

INCIDENTE_ZANARDI_CAMIONISTA_TRANSPORTONLINE

 

La Procura aveva chiesto l’archiviazione per l’autista del camion contro cui si era andato a schiantare Zanardi sulla sua handbike.

 

SIENA Ci saranno nuovi accertamenti tecnici sull’incidente stradale nel quale è rimasto coinvolto il campione paraolimpico e di Formula 1 Alex Zanardi il 19 giugno dello scorso anno. Lo ha deciso il gip di Siena, Ilaria Cornetti, che si è riservata la decisione sulla richiesta di archiviazione del pm.

All’udienza era presente in aula anche Daniela Manni, la moglie di Zanardi. La procura aveva chiesto di prosciogliere l’unico inquisito, il camionista Marco Ciacci, ma la famiglia di Zanardi si era opposta. La procura aveva deciso di chiedere di prosciogliere l’inquisito dopo un supplemento di perizia effettuata da Dario Vangi, docente al dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Firenze, incaricato dal pm degli approfondimenti finali, secondo la quale lo sconfinamento della linea di mezzeria da parte del camion si sarebbe realmente verificato ma sarebbe stato «inferiore ai 40 centimetri» e dunque definito «minimo considerato il tipo di mezzo e la strada percorsa». Il professor Vangi aveva risposto a sette quesiti per approfondire le conclusioni degli esperti nominati da legale della famiglia Zanardi, l’ingegner Giorgio Cavallin, e di quello della difesa del camionista indagato per lesioni gravissime, l’ingegnere bolognese Mattia Strangi, confermando di fatto il risultato dei precedenti accertamenti. E aveva ribadito che la posizione del mezzo potrebbe essere stata dettata dalla «presenza di un ciclista davanti all’autocarro e dall’inizio di manovra di sorpasso dell’autocarro stesso, comunque consentita».


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Zanardi, la ricostruzione dell’incidente in handbike
Zanardi, la ricostruzione dell’incidente in handbike

Zanardi, la ricostruzione dell’incidente in handbike

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Dunque nessun «nesso causale tra la condotta» del conducente del tir «e la determinazione del sinistro stradale». Alex Zanardi avrebbe sbandato e poi si sarebbe capovolto, dopo aver frenato, perché aveva avuto la sensazione di essere investito dal pesante automezzo. Che aveva invaso di qualche centimetro la carreggiata opposta, ma il superamento della linea di mezzaria era stato «inferiore ai 40 centimetri» e definito «minimo stante il tipo di mezzo e la strada percorsa». L’incidente non era accaduto «a causa dell’invasione di corsia ma a per la presenza del veicolo». Anche perché «l’autista dell’autocarro viaggiava ad una velocità moderata e comunque ampiamente al di sotto del limite di velocità previsto su quel tratto di strada». Inoltre secondo la procura il camionista aveva «reagito prontamente alla vista del ciclista mettendo in atto una manovra di emergenza (sterzando verso il margine destro della carreggiata) per allontanarsi dalla linea di mezzeria e cercare di evitare l’impatto con l’handbike» di Zanardi, «impatto che sfortunatamente si verificava», all’interno «della corsia di pertinenza dell’autoarticolato».

 

Secondo l’avvocato della famiglia Zanardi, Carlo Covi, nelle immagini girate dal videomaker al seguito della corsa, si vede chiaramente il camion superare la linea di mezzeria e dunque non ci sono dubbi sulla responsabilità del camionista. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA/CRONACHE

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