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29 Set 2022

Autisti e guida autonoma, il Sustainable Tour prova a immaginare il futuro

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Al centro del dibattito il connubio tra guida autonoma e autista, sempre più attuale nel trasporto che verrà.

 

La terza tappa del Sustainable Tour 2022 “Autisti e guida autonoma. Un binomio necessario” si è svolta mercoledì 28 settembre a Roma presso la sede di Confitarma. Al centro del dibattito il connubio tra guida autonoma e autista, sempre più attuale nel trasporto che verrà

 

Potrebbe sembrare un ossimoro, ma non lo è affatto. Lo sviluppo della guida autonoma e l’introduzione di veicoli sempre più connessi richiedono agli autisti nuove competenze e un approccio diverso alla professione rispetto a quello odierno. In un momento, peraltri, in cui lo spettro della carenza di autisti spinge a cercare soluzioni per il futuro. Il Sustainable Tour – ciclo di incontri incentrati sulla sostenibilità nell’autotrasporto promossi da evenT – ha scelto di affrontare una tematica complessa nella terza tappa, ospitata da Confitarma nella sua sede romana di piazza SS. Apostoli mercoledì 28 settembre. A condurre la discussione il direttore di Vado e Torno, Maurizio Cervetto, e il direttore di Trasportare Oggi Luca Barassi. A pungolare il parterre, invece, ci ha pensato il professor Paolo Volta, coordinatore didattico di evenT.

 

Si parte dagli ultimi dati disponibili a livello europeo: solo il 3% dei conducenti professionali sono donne, appena il 6-7% hanno meno di 25 anni e un terzo della forza lavoro ha più di 50 anni. E in Italia la situazione non è molto diversa. La carenza di autisti è un problema contingente o strutturale? «Ci sono pochi autisti con patenti superiori in Italia, ma non è un problema recente. In più, lo sviluppo dell’e-commerce ha spinto tanti giovani a guidare i furgoni, con orari definiti e paghe regolari», è la lettura del presidente di Green Planet Logistics Claudio Fraconti.

 

«In Italia mancano 20mila autisti su circa 350mila», ha puntualizzato il presidente del Freight Leaders Council Massimo Marciani. «Una carenza fisiologica dovuta al fatto che si tratta di un lavoro complesso, ma che va affrontata. Noi dobbiamo semplicemente rendere questo lavoro più accettabile agendo sull’efficienza degli operatori attraverso gli incentivi, ma anche sfruttando le opportunità della digitalizzazione».

 

Incrementare l’efficienza partendo dai veicoli. Sono d’accordo su questo aspetto i rappresentanti delle tre case costruttrici che hanno partecipato all’incontro, IVECO, MAN e Mercedes-Benz Trucks.

 

«Gli sviluppi sulla guida autonoma possono contribuire a rendere il lavoro di autista più appetibile», ha detto Alessandro Smania, Marketing & Communication Director di MAN Truck & Bus Italia. «Strumenti come blockchain e digitalizzazione potranno ridurre il problema dei viaggi a vuoto. Io sono favorevole alla guida autonoma, che permetterà nel tempo agli attuali autisti di riqualificarsi e di affrontare molti dei problemi che attualmente attanagliano la logistica». Le sperimentazioni stanno proseguendo ma, secondo Smania, la produzione di serie di veicoli automatizzati non arriverà prima della fine del decennio.

 

«Noi costruttori possiamo rendere la guida sempre più rilassante migliorando il comfort a bordo del veicolo», ha aggiunto Domenico Andreoli, Head of Marketing & PR di Mercedes-Benz Trucks Italia. «Gli stessi veicoli devono essere compresi da chi li guida e in questo senso la formazione è essenziale nello scenario attuale». Guardando allo sviluppo di veicoli a guida autonoma di livello 4 e 5 (cioè puntando ai mezzi totalmente connessi che non richiederanno più la presenza di un autista a bordo), Andreoli ha insistito sulla disponibilità di infrastrutture «che consentano di dialogare con i veicoli in maniera stabile e veloce». E se i sistemi di ausilio alla guida e, in futuro, di guida automatica saranno più precisi e diligenti degli esseri umani, rimangono questi ultimi, almeno finché si troveranno a bordo, a dover prendere le decisioni secondo la loro esperienza. Per questo, la centralità dell’uomo non pare messa in discussione, al momento.

 

Valerio Vanacore, Responsabile Trazioni Alternative IVECO per il mercato Italia, ha insistito sull’importanza della formazione in uno scenario tecnologico sempre più complesso. «Anche pensando ai veicoli autonomi che verranno, il camion deve essere gestito nel modo giusto e la formazione è essenziale. Lo sviluppo tecnologico sta andando avanti, i megatrend sono chiari, manca la normativa in questo momento». IVECO è coinvolta in diverse sperimentazioni – tra cui il progetto il progetto ENSEMBLE sul platooning – e grazie a un accordo con gli specialisti di Plus testerà presto su strada i camion a guida autonoma in Austria, Svizzera, Italia e Germania.

 

In chiusura dell’incontro è stata affrontata anche la questione etica: come innescare, insomma, un circolo virtuoso che amplifichi i benefici della tecnologia e ne stemperi le negatività? «La tecnologia deve essere di supporto all’uomo, non sostituirlo completamente perché le casistiche possibili sulle strade sono assolutamente complesse», ha detto Marciani. In un futuro non troppo lontano, le caratteristiche richieste all’autista potrebbero cambiare molto rispetto a quanto succede oggi: alla base di questo cambiamento – e su questo tutti i relatori si sono mostrati concordi – c’è la necessità di insistere sulla formazione continua delle persone.

 

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