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09 Gen 2024
LIGURIA - Fai Liguria lancia un nuovo allarme per il settore autotrasporto in virtù anche di alcuni dati che sono emersi a fine 2023 che riguardano l’intero comparto. “Questa situazione è dovuta al fatto che le categorie non ragionano in modo sistemico ma individuale. Manca una cabina di regia nazionale per l’interesse della filiera della logistica e dei trasporti. In assenza di un disegno strategico non si riescono a fare previsioni e programmazioni a lungo termine e questo crea instabilità e frammentazione anche tra i singoli operatori”.
“Per questo 2024 abbiamo una sfida importantissima da non sbagliare anche in Liguria, quella della digitalizzazione attraverso l’uso dei fondi Pnrr con i quali sarò possibile interconnettere tutti gli anelli della filiera. E’ fondamentale anche qui avere un’unica cabina di regia che abbia come obiettivo il massimo efficientamento e soprattutto un lavoro di collaborazione mirata e strategica di ogni categoria coinvolta nel processo.” spiega il Presidente di Fai Liguria Davide Falteri.
In riferimento alla Liguria la situazione peggiore si registra nei porti e nel comparto dell’autotrasporto connesso strettamente all’import-export di container. Il settore infatti è caratterizzato da un elevato numero di imprese che fa i conti con i costi della materia prima in costante rialzo, una notevole riduzione dell’offerta di trasporti (-25%) ed una concorrenza che diviene sempre più spietata anche per il costante afflusso di operatori dell’Est Europa sul nostro territorio; questi operatori spingono giù i prezzi considerando i loro costi inferiori ma anche talvolta il mancato rispetto dei CCNL (gli autisti di questi operatori non sono iscritti ad alcun sindacato) ed i regimi fiscali del paese ospitante.
“In Liguria, il disagio è sentito oltremodo con autisti che hanno consumato tutti i giorni di ferie ed i permessi fino a quel momento maturato e le aziende che hanno sostenuto costi fissi pari a 5000/7000€ mese per camion senza produrre alcun fatturato.” Puntualizzano da Fai Liguria. “Gli agenti marittimi e gli spedizionieri parlano di merci e viaggi in calo del 30%. È stato inoltre un Natale molto amaro quello che è appena trascorso per il porto di Genova, più di ogni altro porto italiano e tutto il rispettivo comparto che vi è connesso. La situazione richiede manovre immediate a sostegno di tutte quelle realtà medio piccole, specializzate nei trasporti di container e servizi di supporto ai traffici intermodali visto che il 25% dei mezzi delle nostre flotte è fermo.” evidenzia il vice presidente di Fai Liguria Claudio Sensi.
“Nei porti non c’è la congestione di automezzi, accessi e ingorghi a cui abbiamo sempre assistito, colpa certamente della crisi generale e del calo dei consumi, ma cosa faremo in questo inizio 2024 quando lo stato di crisi sarà palese e la concorrenza dell’est Europa sarà sempre più aggressiva ?” una domanda mirata da parte di Fai Liguria che evidenzia un problema sempre più tangibile. Leggi tutta la notizia
Fonte: IVG