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11 Giu 2025
ROMA – “L’incontro con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è stato un momento cruciale per portare all’attenzione del Governo le preoccupazioni del settore ferroviario merci e dell’intero sistema logistico-industriale italiano, oggi sotto pressione per molteplici fattori critici.” Così ha dichiarato Clemente Carta, Presidente dell’Associazione Fermerci.
Tra le principali criticità segnalate da Carta figura l’incertezza crescente in materia di dazi e politiche commerciali, che ostacola la pianificazione industriale e logistica, creando instabilità negli approvvigionamenti.
Connessioni ferroviarie interrotte e corridoi a rischio
Carta ha puntato il dito anche sulle frequenti interruzioni delle tratte ferroviarie, sia in Italia sia lungo le direttrici internazionali, in particolare sul corridoio Nord-Sud tra Germania e Italia. “In Germania – ha evidenziato – il completamento dell’infrastruttura lungo il Reno, inizialmente previsto per il 2017, è ora rinviato al 2042: un ritardo che già oggi compromette la regolarità dei traffici merci.”
Valichi alpini e fragilità della rete europea
I problemi riscontrati nei valichi alpini rappresentano un ulteriore punto critico. Carta ha ricordato il caso della chiusura di Rastatt nel 2017, che causò gravi interruzioni nella produzione industriale. “Il mercato ferroviario delle merci ha una dimensione europea ormai consolidata: serve realizzare uno spazio ferroviario unico europeo, più integrato e affidabile.”
Italia attiva sul fronte nazionale
In un quadro complesso, Carta ha riconosciuto l’impegno concreto dell’Italia, attraverso il Gestore dell’Infrastruttura Ferroviaria, per ridurre l’impatto delle interruzioni e garantire la continuità dei collegamenti logistici interni e transfrontalieri.
“Un passo positivo – ha detto – ma che va rafforzato anche sul piano europeo per migliorare l’interoperabilità e l’efficienza delle infrastrutture.”
“Continuità, affidabilità e integrazione delle reti ferroviarie sono oggi elementi fondamentali per la competitività del sistema produttivo italiano – ha concluso Carta –. Non intervenire significherebbe esporre le filiere a rischi economici che si riflettono sull’intera logistica industriale del Paese.”