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26 Nov 2015

Zalando apre in Italia, cento assunzioni e un centro logistico

zalando

 

Si cercano ingegneri, sviluppatori, designer, data scientist, informatici.

 

Entro poche settimane aprirà il centro logistico italiano di Zalando, il primo fuori dalla Germania dell’azienda tedesca di e-commerce. Mentre sono previste più di mille assunzioni entro il 2016 per nuovi centri tecnologici in Europa. Lo conferma Giuseppe Tamola, 29 anni, country manager per l’Italia e la Spagna della società che ha sede principale a Berlino. Il nuovo magazzino si troverà «nel Nord Italia (nei mesi scorsi si era ipotizzato nei dintorni di Piacenza, ndr), siamo già lavorando con i fornitori per gestire l’afflusso delle merci, nelle prossime settimane potremo dare informazioni più concrete», spiega a Corriere Innovazione il manager lombardo. Sono previste un centinaio di assunzioni. «La gestione – continua - sarà affidata a una società partner». Non saranno quindi dipendenti di Zalando, ma appaltata a un’altra realtà che, spiega Tamola, seguirà «le rigorose policy interne che abbiamo adottato» per quanto riguarda le condizioni di lavoro. Il timore, infatti, era che per certi tipi di mansioni, come i facchini, si utilizzino condizioni superprecarie (come la partita Iva). David Schröder, vicepresidente e responsabile della logistica, ha però assicurato nei giorni scorsi a Valori.it che «saranno validi i nostri standard» e «non saranno impiegati lavoratori a partita Iva».

 

Tech Hub: le figure richieste

Zalando prevede di chiudere il 2015 con un fatturato di circa 3 miliardi di euro e con 10 mila dipendenti. Nell’ultimo trimestre ha registrato 17,2 milioni di clienti attivi, 394 milioni di visite e 14 milioni di download dell’app. Per il 2016 il team tecnologico dovrebbe crescere da 900 a 2000 dipendenti, dislocati tra la Germania e i nuovi centri di ricerca aperti nei mesi scorsi a Dublino (il Fashion Insights Center) ed Helsinki (dove è stato inaugurato ad agosto il Tech Hub). Si cercano ingegneri, sviluppatori, designer, data scientist, informatici. «Abbiamo investito in aree dove ci sono forti specializzazioni, non abbiamo intenzione di duplicare competenze già acquisite», spiega Tamola a proposito dei centri in Irlanda e Finandia. «A Dublino lavorano principalmente sulla predictive analysis, nel Tech Hub di Helsinki sullo sviluppo delle app e sulla geolocalizzazione», come ad esempio l’app che «riconosce» un vestito fotografato con lo smartphone. L’obiettivo è di «migliorare la piattaforma fashion e sviluppare nuove tipologie di prodotto».

 

Personal shopper

L’investimento in tecnologia, spiega il country manager italiano, può riguardare anche l’integrazione con strumenti «umani». Tamola fa l’esempio della figura del personal shopper, introdotta da Zalando lo scorso anno (ma solo nella versione tedesca): sono un centinaio di assistenti all’acquisto. Come funziona? «L’utente, nella registrazione, compila un questionario e in seguito ha una chiacchierata telefonica con un’assistente, che propone un outfit. È una modalità – continua Tamola - che unisce tre approcci: machine, di pura meccanica transazionale, platform, cioè l’utilizzo di una community che dà feedback, e human, che è simile all’approccio editoriale di una rivista di moda». Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE INNOVAZIONE

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