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06 Feb 2013
AL POSTO DEI VECCHI MERCATI GENERALI è NATO UN CENTRO CHE DISTRIBUIRà LE MERCI IN CITTà CARBON FREE. TETTO FOTOVOLTAICO DA 100.000 METRI QUADRATI.
Antonio Cianciullo
Bologna G rande una volta e mezzo lo Stato del Vaticano. Unico mercato al mondo ad avere la certificazione di prodotto. Principale snodo della movimentazione del biologico in Italia. Un fatturato di 600 milioni con l'indotto. Duemila occupati. E' il Cento Agroalimentare di Bologna (Caab) che ora si candida a diventare il regista della riconversione green del traffico merci della città: frigoriferi e zucchine, raccomandate e mozzarelle in viaggio verso il consumatore su mezzi elettrici ricaricati con il sole.
«Questo centro era nato vecchio, un dinosauro atterrato in un mondo in cui non aveva più mercato perché la grande distribuzione si era organizzata in proprio», racconta Andrea Segré, preside della facoltà di Agraria di Bologna e presidente del Caab. «Con il rilancio ecologico ha trovato nuove funzioni basate sulla visione “spreco zero”: riduzione degli sperperi di cibo, acqua, energia, rifiuti e aumento dell'efficienza e del risparmio. Il progetto prevede in un primo tempo la consegna carbon free dell'ortofrutta a Bologna, ma in prospettiva siamo pronti ad estendere la logistica a impatto zero a tutte le merci». La premessa per lanciare l'operazione “Ultimo miglio green” è il tetto fotovoltaico con 35 mila pannelli realizzato su una superficie di 100 mila metri quadrati, l'equivalente di 15 campi di calcio.
E' un impianto solare da record che dà una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 5.250 tonnellate l'anno
(710 volte il percorso della circonferenza terreste effettuato da un'auto diesel di media cilindrata) e, oltre a soddisfare il bisogno delle strutture interne, garantisce l'elettricità necessaria per alimentare la flotta verde dell'ultimo miglio. «Quello che colpisce del progetto », ha dichiarato il senatore Harris McDowell, il consulente di Barack Obama sulle rinnovabili che nei giorni scorsi ha visitato l'impianto per definire un accordo commerciale sull'esportazione di ortofrutta italiana nel porto di Wilmington, in Delaware, «è la capacità di costruire sinergie che permettono di abbattere gli sprechi in settori che vanno dall'energia al cibo». Leggi tutta la notizia
Fonte: LA REPUBBLICA