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05 Set 2013

Il camionista eroe: “La vita è meravigliosa, sulle strade non mettetela mai in pericolo”

 

Intervista a Ian Purice

 

“Penso di aver fatto una cosa buona, ma chiamarmi eroe mi sembra davvero troppo. Ho fatto quello che andava fatto, per cercare di evitare che a quella povera bambina potesse succedere qualcosa di peggio di quello, già gravissimo, che le era appena accaduto. La vera eroina è lei, che in un letto d’ospedale sta ancora lottando tra la vita e la morte. Spero solo che possa guarire, e di poterla andare a salutare, a trovarla, a vederla sorridere e parlare: allora avrei la certezza che il mio gesto è servito a qualcosa”.

Dal Brennero, dove si trova sulla strada del rientro dall’Olanda, con il suo nuovo carico di ostriche scaricate a Rotterdam, Ian Purice il camionista “eroe per caso” dell’Autostrada A4, dove domenica scorsa ha messo di traverso il proprio Tir per impedire che una bambina, sbalzata dall’auto in seguito a un incidente, potesse essere travolta da altri mezzi, conferma di non sentirsi affatto una persona “speciale”, ma di aver fatto quello che, forse, molti altri al suo posto avrebbero comunque fatto.

“Certo, sento di aver fatto qualcosa di buono”, ripete, “ma tutti quei titoli sui giornali e sulle televisioni mi sembrano davvero troppo. Non avrei mai pensato che un gesto simile potesse diventare una notizia così importante”. Già, perché Ian Purice, 29 anni, romeno trapiantato a Taglio di Po, a sette chilometri dalla sede della Bierreti srl di di Porto Viro, in provincia di Rovigo, per la quale lavora da tre anni trasportando alimenti freschi e pesce che poi riforniscono i grossisti del Nordest e le navi da crociera della Msc, quella manovra coraggiosa quanto generosa continua a considerarla una “cosa normale”.  E non si è sentito particolarmente eroe neppure quando la moglie Alina, dopo aver visto la tv e Internet,  lo ha chiamato al telefono per dirgli quanto fosse orgogliosa di lui: “Quello che ha avuto la reazione più normale”, dice sorridendo, “è stato mio figlio Denis, di 3 anni, che mi ha semplicemente detto ciao papà, adesso scappo perché in televisione cominciano i cartoni animati…”.

Un eroe per molti, ma non per se stesso, ma soprattutto un lavoratore che pensa di aver già sprecato fin troppo tempo per parlare e che ora vuole solo tornare a occuparsi del suo lavoro, del carico di ostriche che deve arrivare a destinazione alle 15, e del fatto che fra pochi minuti dovrà dare il cambio al collega che sta guidando al suo fianco. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: TG COM 24

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