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11 Nov 2013
La buona notizia è che, pur con due anni di ritardo, il Piemonte ha raggiunto l’obiettivo posto dall’Unione europea, dimezzando il numero di vittime dal 2001. Anche così, resta molto da fare, a livello locale e nazionale, per evitare nuove tragedie: dall’ammodernamento di infrastrutture spesso obsolete al rinnovo del parco mezzi circolante. Senza dimenticare l’utilizzo della telematica a bordo, con riferimento alla «scatola nera», e il rilancio dell’educazione stradale nelle scuole.
Priorità ribadite da Bartolomeo Giachino, consulente del ministro per i Trasporti Maurizio Lupi, nell’incontro con Roberta Cucinotta, Associazione utenti della strada, Domenico Petrone (Viasat Torino) e Antonio Sacco, Responsabile della Motorizzazione di Torino. Un altro contributo è legato all’impiego del 50 per cento dei fondi provenienti dalle sanzioni stradali proprio per migliorare il sistema delle infrastrutture.
Nel 2012 in Piemonte si sono contati 12.154 incidenti stradali (-8,3% rispetto al 2011), con il coinvolgimento di 27.704 persone (-8,5%): 284 i morti (-11%). Un miglioramento disomogeneo da provincia a provincia - Torino e il Torinese sono al fondo della classifica con 6.211 incidenti, 125 morti, 9.251 feriti - ma anche all’interno delle stesse province: il numero delle vittime si contrae maggiormente in ambito urbano, aumenta il coinvolgimento dei ciclisti, si ridimensiona quello dei pedoni. I motociclisti rappresentano il 22% del totale dei morti in Piemonte e sono la seconda categoria di utenti della strada più colpita dalla mortalità dopo gli automobilisti.
Fonte: Alessandro Mondo - LA STAMPA