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20 Dic 2013

Dirigibili: una nuova era con i trasporti in aree inospitali

 

Quando il trasporto su strada è impraticabile, non resta che volare

 

Quando il trasporto su strada è impraticabile, non resta che volare: con un dirigibile. È quello che si prefigge di fare in Siberia l’Amur Minerals Corporation (Amc) per trasportare le attrezzature necessarie alla costruzione di impianti minerari per l’estrazione di nichel e rame.

Nell’estremo oriente della Russia, infatti, le strade sono dissestate e costruire 350 chilometri di infrastrutture adatte alla circolazione di mezzi pesanti richiederebbe un investimento di oltre 100 milioni di euro. Lo racconta Robin Young, ingegnere geologico e amministratore delegato di Amc, società impegnata nell’esplorazione delle risorse minerarie in zone remote del nord-est della Russia.

E a quanto pare l’idea di ricorrere ai dirigibili per rivoluzionare il trasporto in zone inospitali sta prendendo sempre più piede. Del resto, «costruire un ponte che possa sostenere un Caterpillar 777 è molto costoso», ribadisce Peter Hambro, presidente esecutivo della società aurifera Petropavlovsk, riferendosi ai camion giganti da 87 tonnellate di carico utilizzati nelle miniere.

Per questo ha deciso di investire nella produzione di dirigibili destinati all’industria mineraria. Ma non solo in questo settore si vuole puntare ai dirigibili per coprire distanze enormi e ottimizzare i trasporti laddove le strade esistenti sono difficilmente percorribili e i costi da sostenere per realizzare nuove infrastrutture praticamente proibitivi.

Per esempio, l’azienda statunitense Aeros e la compagnia aerea islandese Icelandair Cargo hanno siglato un accordo per sviluppare un nuovo servizio di trasporto su dirigibile nella regione artica (Groenlandia, Siberia, Alaska e Canada settentrionale) per consentire l’accesso e lo sfruttamento commerciale di diverse risorse naturali: petrolio, gas, giacimenti minerari, pesca.

Aeros infatti sta sviluppando una versione high-tech di dirigibile: si chiama Aeroscraft, ha uno scafo lungo 169 metri, una capacità di carico di 66 tonnellate, e non ha bisogno di infrastrutture per il decollo e l’atterraggio potendo salire e scendere in verticale.

Una grande camera piena di elio (gas più leggero dell’aria, inerte, non infiammabile) garantisce la spinta verso l’alto e, alimentato a diesel, può viaggiare a una velocità di crociera di 220 chilometri all’ora con un’autonomia di circa 5 mila chilometri senza fermarsi.

È una sorta di transatlantico che potrà essere utile per il trasporto di merci, persone e rifornimenti di soccorso in zone remote e inospitali. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA

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