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20 Dic 2013

Putin versa 30 miliardi di dollari per i cantieri russi

 

Il Governo russo ha approvato una nuova strategia per lo sviluppo dei propri cantieri

 

Il Governo russo ha approvato una nuova strategia per lo sviluppo dei propri cantieri, raggruppati sotto l’etichetta della United Shipbuilding Corporation (Usc). Regista di questa operazione è Vladimir Shmakov, numero uno della Usc di fresca nomina, con la partecipazione del ministero dell’Industria e del commercio, oltre al Centro scientifico statale di Krylov (Kgnt), che in pratica è il maggior centro di ricerca russo. La riforma risulta necessaria, perché l’industria cantieristica russa ha non pochi problemi. Tra le cose che vanno sottolineate, il fatto che la maggior parte dei cantieri russi oggi sono in perdita (il rosso di molte imprese affiliate alla Usc supera la soglia dei 15 milioni di euro), che molti di questi hanno infrastrutture obsolete e una gamma di produzione limitata, specialmente nel settore mercantile.

Altri problemi sperimentati nel settore della cantieristica russa sono i bassi standard dei prodotti una volta terminati, nonostante l’altro costo di costruzione, che è tipicamente tra il 20 e il 50 per cento superiore ai cantieri esteri. Infine, il tempo di costruzione medio di una nave nei cantieri russi, sempre a fronte dei cantieri stranieri, è generalmente superiore del 50-100 per cento. Insomma, alla luce di tutto questo, non sorprende che nella classifica mondiale dei cantieri, la Russia si piazza all’82esimo posto.

Sulla base della nuova strategia, i volumi di investimento per i cantieri russi si aggirano sui 30 miliardi di dollari da qui fino al 2030, e saranno tutti soldi attinti dal bilancio federale. La maggior parte dei fondi saranno utilizzati per rafforzare il patrimonio scientifico e tecnologico di Usc, così come per rimettere in sesto le vecchie infrastrutture dei cantieri affiliati. Questo dovrebbe aiutare Usc a raggiungere il suo obiettivo principale per i prossimi anni, cioè triplicare la propria quota sul mercato globale, sempre avendo come obiettivo il 2030. Secondo le previsioni, al 2015 Usc dovrebbe controllare il 3,5 per cento del mercato globale. La progressione dovrebbe essere: 8 per cento nel 2020 e 10% entro il 2030, se tutto va bene. Nello stesso periodo il volume della produzione dovrebbe essere incrementato del 148 per cento in termini di valore dal 2011 al 2015, mentre l’obiettivo fissato al 2020 è del 320 per cento, sempre avendo come riferimento il 2011. Infine, si dovrebbe arrivare all’esorbitante +420 per cento del 2030. A questi numeri è ovviamente legato anche un aumento di produttività. Secondo i progetti del governo, nel 2030 le vendite di Usc dovranno salire a 16,6 miliardi di dollari l’anno, a fronte degli attuali 4,8 miliardi. Inoltre, la nuova strategia coinvolge anche la gestione delle strutture di Usc. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: THE MEDI TELEGRAPH

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