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30 Apr 2014

Autotrasporto, CNA: restare sul mercato è un miracolo

 

Cna Cesena propone un tavolo di confronto

 

Cna Cesena ritiene che sia il momento di dire basta a questa situazione che vede la committenza farsi forte con i deboli, obbligandoli ad accettare condizioni e tempi di pagamento illegittimi e lo vuole fare proponendo un “Tavolo di Confronto” che riunisca le Associazioni di categoria dei trasportatori e della committenza.

"L’autotrasporto è stato per decenni uno dei settori trainanti per l’economia provinciale. Ora purtroppo la situazione è molto diversa. Basti pensare che negli ultimi 4 anni hanno chiuso, in regione, quasi 2.000 imprese di autotrasporto. Un numero importante che in percentuale pesa per un -15,4%, dato peggiore di quasi un punto rispetto a quello nazionale". A fare il punto è Marco Gasperini, presidente di Cna Est Romagna.

"Diversi sono i fattori che hanno determinato un tale risultato - esordisce Gasperini -. Fra questi il costo per chilometro che raggiunge 1,5 euro per le aziende italiane e scende fino a 0,8 euro per quelle rumene. Rimanere sul mercato diventa, ogni giorno di più, un vero e proprio miracolo. All’interno del comparto autotrasporto, è presente il settore del trasporto animali vivi che vive  problematiche aggiuntive, rispetto a quelle di carattere generale. In questo settore, di grande rilevanza numerica sul nostro territorio, le imprese devono convivere con un problema in più: i tempi di pagamento per le prestazioni effettuate".

"Eppure il problema avrebbe già una soluzione, in quanto  la normativa esistente (l.127/2010) prescrive chiaramente che il tempo di pagamento del corrispettivo relativo ai contratti di trasporto di merci su strada non può superare i 60 giorni dalla  data di emissione della fattura - prosegue il presidente di Cna Est Romagna -. Purtroppo, come spesso accade, non è sufficiente che il proprio diritto sia tutelato dalle norme. Nella pratica, i tempi si dilatano e raggiungono i 120/150 giorni. Per certi committenti, questa procedura diventa la pratica normale e alle imprese di autotrasporto non resta che adeguarsi o perdere il lavoro".

"La fascia interessata, comprende una trentina di aziende, con un indotto di 120 addetti e un parco mezzi di un centinaio di esemplari - illustra Gasperini -. Il ritardo dei  pagamenti e l’incertezza sulle tempistiche determinano effetti a catena non più sostenibili: maggiori oneri finanziari per coprire le spese correnti, compresi i costi di gestione degli strumenti  bancari che servono al giornaliero finanziamento dell’impresa; il ritardare tutte le spese necessarie ma non indispensabili, a volte anche nel campo della sicurezza. Si innesca quindi un circolo vizioso, dove il trasportatore diventa “cattivo pagatore” e soggetto non solvibile per il circuito bancario". Leggi tutta la notizia

 

Fonte: CNA FITA

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