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30 Apr 2015

Il 90 per cento dei treni merci transiterà fuori Udine

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Serracchiani: «Sono stati spesi bene e velocemente i soldi stanziati dal Governo»

 

UDINE. I lavori per il raddoppio della linea ferroviaria tra le stazioni di Pm Vat e Udine centrale sono terminati e permetteranno, d’ora in avanti, di spostare all’esterno del tratto urbano il 60% dei treni che, quotidianamente, attraversano la città garantendo una salutare boccata d’ossigeno alle migliaia di friulani che da anni si battono per l’eliminazione dei cinque passi a livello compresi tra la zona di via Cividale e il Bearzi.

Grazie a un investimento da 10 milioni di euro contenuto nel Decreto del Fare dell’allora Governo Letta – e parte di una tranche complessiva da 30 milioni destinata alla nostra Regione per permettere di velocizzare anche la tratta Venezia-Trieste nella parte di competenza del Fvg – è stata infatti completata da Rete ferroviaria italiana (Rfi) la nuova linea di viaggio che affianca in trincea il binario della circonvallazione preesistente.

Il raddoppio del collegamento su rotaie, in altre parole, permette già da ora di togliere dal percorso urbano trenta treni merci che si muovono sulla direttrice Mestre-Tarvisio, pari, secondo i calcoli presentati da Regione e Rfi, al 90% di questa tipologia di traffico e al 60% di quello comprendente anche i treni passeggeri che attraversano Udine.

Gli interventi sulla nuova linea, iniziati nel mese di febbraio dello scorso anno, hanno interessato tutti i sottosistemi: infrastruttura, energia, comando controllo e segnalazione delle stazioni in questione, senza interrompere il regolare flusso dei treni. Rfi ha posato 3 mila metri di nuovi binari, undici deviatoi, 4 metri metri di linea elettrica di alimentazione dei treni, oltre al posizionamento di nuovi segnali e sistemi di controllo.

Il progetto, inoltre, ha compreso la realizzazione di un sistema che riporta automaticamente la velocità dei convogli al limite massimo (60 chilometri orari) in caso di superamento del limite stesso.

Un intervento che, in ogni caso, rappresenta soltanto la prima fase di un progetto complessivo da 60 milioni di euro – ottenuti per Udine grazie a un accordo siglato a settembre tra Rfi e Ministero dei Trasporti – da concretizzarsi nei prossimi mesi sul nodo ferroviario cittadino.

L’assetto definitivo, una volta completata l’opera, permetterà a Udine di dotarsi di una stazione con binari specializzati per direttrice e un collegamento diretto Venezia–Trieste. Nessun semplice “restyling”, dunque, ma un rifacimento completo che consentirà di ricevere i treni viaggiatori su binari appositamente dedicati.

Non soltanto, però, perchè il “business plan” degli interventi comprende anche la costruzione del nuovo impianto “Posto movimento Cargnacco”, sulla direttrice Udine–Cervignano smistamento, che gestirà tutto il traffico merci attualmente attestato a Udine Parco e fungerà da supporto per la gestione degli scambi con gli impianti industriali dell’Abs e della Ziu/Zau.

Una svolta, anche se non ancora epocale, tale da convincere la presidente della Regione, Debora Serracchiani, e l’assessore alle Infrastrutture, Mariagrazia Santoro, a effettuare un sopralluogo sul nuovo collegamento Pm Vat-Udine centrale.

Accompagnate dal Direttore territoriale di produzione dell’area Venezia–Trieste di Rfi Carlo De Giuseppe, governatrice e assessore hanno espresso la loro soddisfazione per il completamento della prima fase di un’opera giudicata essenziale sia per la città che per il sistema dei trasporti di tutto il Fvg.

«Siamo riusciti a spendere bene e in poco tempo – ha detto Serracchiani – i 30 milioni che il Decreto del Fare aveva assegnato alla nostra Regione. Grazie a questo investimento non soltanto abbiamo velocizzato la tratta Venezia-Trieste, ma siamo intervenuto direttamente, come ci chiedevano i cittadini, sulla stazione centrale di Udine».

E i risultati, spiega la presidente, saranno immediatamente concreti e visibili da tutti. «L’obiettivo di rispondere alle domande dei residenti – ha continuato la numero due del Pd nazionale – è vicino a essere definitivamente raggiunto e nel frattempo siamo riusciti a eliminare il maggior numero possibile di treni che transitano dentro la città. Specialmente quelli merci – i più pericolosi, rumorosi e quantitativamente elevati – la cui parte più consistente, adesso, sarà trasferita su una linea di percorso laterale. Quella che possiamo ammirare, oggi, è la fine della prima fase dei lavori che ci permetterà di spostare sulla nuova tratta il 60% dei convogli dei quali, vale la pena ricordarlo, il 90% è proprio rappresentato da treni merci». Leggi tutta la notizia

 

 

 

 

 

Fonte: IL MESSAGGERO VENETO

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