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30 Apr 2015
Da domani una squadra di 14mila addetti inizierà a lavorare nel sito espositivo dell'Expo di Milano. Finita (o quasi) la fase dei cantieri, si passa a quella gestionale. Comincia dunque a prendere vita una complessa macchina che di fatto non si fermerà mai per 6 mesi.
Al mattino, a partire dalle ore 10, ci saranno 5mila addetti, di cui mille alle dipendenze dirette della società Expo, esperti di eventi, marketing, comunicazione e organizzazione degli arrivi. A loro spetterà anche la supervisione della qualità dei servizi e il rapido intervento in caso di necessità, o di supporto dei padiglioni stranieri. Gli altri 4mila saranno composti da 750 vigilantes privati (impiegati prevalentemente di giorno, e, in misura minore, di notte) e da personale direttamente impegnato nei padiglioni stranieri, selezionati da Manpower.
Poi si passa alla fase notturna: dalle ore 23 escono i lavoratori diurni ed entrano altre 9mila persone, impegnate in appalti diretti dalla società Expo. Un quarto di loro sarà impegnato nella manutenzione, un quarto nelle pulizie, un quarto nella gestione dei rifiuti e un quarto nel rifornimento del sito espositivo. Poi alle 10 del mattino si ricomincia. Un ritmo incessante per un semestre, dal primo maggio al 31 ottobre.
Per quanto riguarda gli addetti ai padiglioni stranieri, il commissario unico Giuseppe Sala si è detto ottimista sul fatto che a tutti verrà garantito un contratto in regola. «È in corso un proficuo dialogo tra la società, i sindacati, Assolavoro e Assosom con l'obiettivo di raggiungere un accordo che permetta l'uniformità di tutela per tutti i lavoratori impegnati nel grande evento - dice una nota ufficiale di ieri della società Expo - È convocata per il 30 aprile 2015 (oggi, ndr) un incontro dove verrà ribadito l'impegno di tutti al massimo rispetto della regolarità dei rapporti di lavoro, anche e soprattutto relativamente alla contrattazione collettiva applicata affinché le garanzie date dal sistema delle agenzie per il lavoro sia il più esteso possibile». Per riassumere: non ci sono garanzie di un contratto unico nei padiglioni stranieri ma si spinge in tale senso. Il problema era stato sollevato qualche giorno fa dai sindacati, che sottolineavano il rischio dell'applicazione di un contratto interinale nei padiglioni stranieri con un ribasso del 30% rispetto al salario garantito ai dipendenti di Expo. Cosa, peraltro, resa possibile dal contratto del commercio Cnai. Quindi la questione è sottile: si parla di regolarità dei rapporti, ma non di uguale trattamento per tutti. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL SOLE 24 ORE