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11 Giu 2015

Trasporto merci a zero emissioni, che sfida!

ZED

 

Al via il progetto ZED per la Distribuzione Fisica nelle Zone a Traffico Limitato.

 

Nuove idee per il trasporto merci. Una cosa non da poco perché si stima che proprio il trasporto delle cose incida per più dell’8% sulle emissioni di CO2 mondiali; usando una quantità di energia che cresce ad un tasso maggiore rispetto a quella di automobili ed autobus e, nell’Unione Europea, potrebbe superarla a partire dal 2020. Da qui la nascita del progetto ZED (Zero Emissions Distribution) che propone soluzioni ecosostenibili e prospettive economiche nuove, in generale, per la Distribuzione Fisica nelle Zone a Traffico Limitato.
 


L'idea è della Mancinelli Logistica  che così intende sperimentare ed implementare un nuovo modello logistico-distributivo ad emissioni zero (C02), con bilancio energetico in pareggio e con prospettive di risparmio economico, inizialmente, per servire, il settore dei beni del largo consumo e quello dell’archiviazione fisica dei documenti, nelle aree ZTL della città di Roma, attraverso l'utilizzo integrato di fonti energetiche rinnovabili e tecnologie innovative, in particolare, con la predisposizione di un magazzino centrale dotato di 1.500 mq di moduli fotovoltaici (energia solare), in grado di alimentare 8 veicoli elettrici (da 2,0 t di payload, 60 kWh e 120 km di autonomia a pieno carico) e 3 torrette per la ricarica rapida degli automezzi. La gestione del modello ZED verrà supportata da un dashboard, in grado di: monitorare costantemente l’equilibrio energetico del sistema (magazzino e automezzi) e poi ottimizzare l’attività distributiva, pianificando e monitorando percorsi e tratte dei veicoli elettrici.

 


Non solo: qui si punta anche a rendere il modello replicabile/riproducibile a livello nazionale ed internazionale nel settore della logistica distributiva, per innalzare l’efficienza e l’efficacia nella gestione dei circuiti di distribuzione dei beni e poi a promuovere e favorire la nascita e lo sviluppo in ambito nazionale ed internazionale di società pubbliche e private di logistica green, contribuendo alla creazione di spin-off e di nuova occupazione. Il tutto per raggiungere costi gestionali minori rispetto al «modello logistico tradizionale» del 10-15% e quindi iniziare il processo di internazionalizzazione delle attività logistiche mediante l’analisi dei mercati esteri e la ricerca di partnership con operatori complementari. Leggi tutta la notizia

 

 

 

 

Fonte: LA REPUBBLICA

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